Strolz fa il vuoto nella prima manche di Flachau. Festa d’addio per Manfred Moelgg
Viene da chiedersi che cosa sia successo quest’anno a Johannes Srolz, visto che prima del 9 gennaio ad Adelboden aveva partecipato a 63 gare di Coppa del Mondo inanellando come miglior risultato il decimo posto a Madonna di Campiglio due anni fa e invece da quel giorno ha inanellato un primo, un quarto e un quinto posto ma soprattutto due ori e un argento ai Giochi olimpici di Pechino 2022.
Oggi, per giunta, Strolz, figlio di Hubert, il più grande piazzato di tutta la storia dello sci alpino, ha stradominato la prima manche dello slalom maschile di Flachau con 97 centesimi di vantaggio sul norvegese Atle Lie McGrath, il più vicino a lui, sceso col numero 21, e un secondo netto sul campione olimpico della specialità, il francese Clement Noel.
Quarto a 1”06 lo svizzero Daniel Yule, quinto il britannico Dave Ryding, sesto l’austriaco Manuel Feller, settimo e ottavo i norvegesi Lucas Braathen e Sebastian Foss Solevaag, nono l’austriaco Marco Schwarz, decimi ex-aequo il francese Alexis Pinturault e lo spagnolo Joaquim Slarich, quest’ultimo ormai non più una sorpresa.
Ventottesimo il norvegese Henrik Kristoffersen, il capoclassifica di specialità, che ha clamorosamente sbagliato sul quinto e ultimo dei dossi disseminati lungo la pista dedicata a Hermann Maier e che di solito è teatro di una gara di Coppa del Mondo femminile, ma che in questo caso ha recuperato lo slalom cancellato a Zagabria.
Disastrosi gli azzurri: solo Giuliano Razzoli, venticinquesimo, si è qualificato per la seconda manche. Così gli altri: trentaseiesimo Vinatzer, trentasettesimo Stefano Gross, quarantesimo Tommaso Sala, che come Vinatzer ha sbagliato nello stesso punto e nello stesso modo di Kristoffersen, quarantaduesimo Simon Maurberger, fuori Federico Liberatore.
Ma il momento clou della manche per la nostra squadra, ma anche per tutto il Circo Bianco maschile, è stato l’addio di Manfred Moelgg, che nella sua ultima gara è sceso senza forzare al massimo, ha tagliato il traguardo mettendosi di traverso (per la cronaca ha chiuso quarantasettesimo e terzultimo ma questa è la cosa meno importante) e poi è stato festeggiato da tutti i colleghi a base di spumante.
Il suo arrivo è stato il momento sicuramente più emozionante di tutta la gara, con tutti a ringraziare Manni per tutto quello che ha dato in 19 anni di carriera nel Grande Sci. E lo facciamo anche noi: grazie di tutto Manni, oggi lo sci alpino maschile perde un uomo forte, serio e professionale che ha sempre dato tutto quello che poteva e forse anche di più.