Scuola Tecnici Federali Livigno: “svolta umanistica” nello sci alpino
[…] il più grande nemico del cambiamento non è un “no”, ma un “non ancora”: è la maniera più semplice per impedire una svolta.
– Seth Godin
In questo appuntamento quindicinale voglio parlare di un aspetto solo in apparenza distante dalla tematica di questa rubrica, che tratta il rapporto tra componente mentale e prestazione nello sci alpino.
Questo aspetto riguarda quella che potremmo chiamare una “svolta umanistica” nel mondo dello sci alpino e che, come successo per altre professioni ad elevato contenuto tecnico (si pensi ad esempio alla “svolta umanistica” in campo medico), emerge ogni qual volta i contenuti suddetti rischiano di prevaricare il fine per i quali sono stati concepiti.
Allora: qual è questo fine? Il fine, come evidente, è la persona, i suoi bisogni, la sua crescita non solo o non tanto tecnica (come maestro o aspirante maestro, allenatore, atleta, istruttore), ma appunto umana.
Lo scorso 15 settembre a Livigno gli Istruttori Nazionali della FISI hanno avviato una tre giorni denominata “Stati Generali”, proprio per ragionare su un cambio di passo che vada in questa direzione – ancorché, come evidente, non disattendere l’aspetto tecnico specifico riguardante le varie discipline: sci alpino, snowboard e discipline ricomprese nello sci nordico (fondo, telemark e altre).
Rimando, per una sintesi di questo appuntamento, all’intervista fatta dal direttore di teleMonteneve, Gloria Massera, al Direttore della STF Giacomo Bisconti https://www.youtube.com/watch?v=FQgz56Jw3JM che appunto sottolinea come siano cambiate le cose in termini di formazione professionale e riconosce che la figura dell’Istruttore nazionale va “ripensata” nell’accezione anzidetta: oltre ad essere un tecnico “altamente specializzato”, egli deve avere quelle “competenze trasversali” che integrano l’aspetto tecnico, ai fini di un riposizionamento dell’offerta formativa.
Sono quindi aspetti come la comunicazione, il lavoro di gruppo (Team Building) e la gestione della leadership, le competenze strategiche (definizione di finalità e obiettivi, risorse, metodo), le competenze relazionali (il “saper trasmettere contenuti” evocato da Bisconti), ecc. a tracciare il quadro futuro per la formazione dell’Istruttore e a seguire dei futuri maestri, allenatori, atleti…
Come dicevo in apertura, siamo solo in apparenza distanti dai contenuti trattati nei nostri appuntamenti quindicinali, essendo lo snodo di questa “svolta” federale la persona umana, così come da noi concepita e portatrice di istanze che superano abbondantemente lo “sciare bene”: tutti i nostri articoli muovono in questa direzione, mettendo a tema il rapporto tra obiettivi specifici e (ri)definizione dell’identità personale.
Come professionista dell’educazione che opera nel settore sono molto fiducioso per il segnale dato da questi “Stati Generali” e il fatto che vi sia – ancorché indiretta, ma proprio perché indiretta! – una convergenza di volontà da parte di singoli professionisti, associazioni sportive (gli sci club si stanno aprendo a loro volta ad istanze educative), canali comunicativi, politiche federali e altri attori del mondo della neve, è un indicatore assolutamente positivo.
Strategico, ora, è “fare rete”, “fare sistema” e tradurre queste volontà in operatività concreta, facendo leva sul supporto di quei professionisti, dirigenti, organi di comunicazione che, in qualche modo, hanno già sviluppato una sensibilità di questa natura e intravisto le potenzialità implicite in un cambiamento culturale di questo genere.
Si dice in educazione che il cambiamento, è la componente empirica dell’educazione e là dove non c’è cambiamento, quindi, c’è una stagnazione in termini di processo.
Certamente le nuove generazioni di atleti e di professionisti della neve saranno gli attuatori della “svolta umanistica” auspicata (da qui il mio impegno sul campo e il lavoro di “alfabetizzazione” con le categorie giovanili e negli sci club), ma noi, oggi, possiamo facilitare questo compito.
Possiamo farlo in primo luogo dialogando, abbassando quella serie di difese (non necessariamente riflesse) che ci rendono a volte autoreferenziali e “narcisisti”, come singoli e come organizzazioni; in secondo luogo riconoscendo e abolendo, dove presente, l’utilizzo di una “psicologia del sospetto”, che ci vorrebbe sempre impegnati o in prima linea per ragioni meramente economiche, d’interesse personale o d’immagine (assicuriamo che non è così!); in terzo luogo diventando noi stessi permeabili al cambiamento e quindi in grado di ascoltare realmente l’altro e investire nella ibridazione delle competenze.
Favorendo quindi l’emergere di nuovi contenuti e di prospettive non usuali, che, seppure destabilizzanti in un primo momento, non tarderanno a creare nuovi assetti e a produrre risultati, in grado di valorizzare quell’umanità della quale lo sci alpino non è garante, ma sì promotore ed espressione.
Enrico Clementi – Educatore, Formatore, Consulente e Trainer educativo in ambiente sportivo
Autore de: L’allenamento mentale nello sci alpino. Prospettive e strumenti dal mondo dell’educazione (BMS, 2020) http://www.bmsitaly.com/prodotto/allenamento-mentale-nello-sci-alpino/
Per info, contatti, attività formative e di orientamento: enricoclementi017@gmail.com