
Rivincita di Kilde su Odermatt: sua la prima discesa di Wengen
Dopo essere stato battuto ieri dal 24enne fenomeno del Canton Nidvaldo nel superG di ieri, Aleksander Aamodt Kilde trionfa per la prima volta sul Lauberhorn di Wengen aggiudicandosi la prima delle due discese nella località del Canton Berna precedendo di 19 centesimi lo svizzero e di 30 l’altro beniamino di casa Beat Feuz.
Undicesima vittoria in Coppa del Mondo e quinta stagionale, quinta in discesa e seconda stagionale per il norvegese che consolida il secondo posto nella classifica generale, inoltre passa in testa alla classifica di specialità scavalcando di 12 punti l’austriaco Matthias Mayer, oggi sesto, e di 13 Dominik Paris, nono.
Ancora una volta Odermatt, sulla pista di discesa più bella e completa del Circo Bianco anche se in versione accorciata ha dimostrato la sua immensa classe e sta avendo un solo concorrente, Kilde, che però quest’anno non ha ancora gareggiato in gigante a causa probabilmente dell’infortunio al ginocchio dell’anno scorso e questo lo penalizza notevolmente nei confronti di Odermatt, per giunta nella spacialità più naturale per lo svizzero.
Quarto e quinto davanti a Mayer ci sono gli austriaci Daniel Hemetsberger, che eguaglia il piazzamento di Bormio, e Max Franz, settimo e ottavo gli statunitensi Bryce Bennett e Ryan Cochran-Siegle, decimo lo sloveno Martin Cater. Undicesimo lo svizzero Carlo Janka, che domani darà l’addio allo sci agonistico nella sua località preferita, dove è salito otto volte sul podio tra discesa e combinata vincendo una volta in discesa nel 2010 e due in combinata nel 2009 e nel 2015.
E veniamo al caso del giorno, quello di Vincent Kriechmayr. All’austriaco, prima positivo e poi negativo al Covid-19, è stato concesso di partecipare nonostante non abbia disputato neanche una delle due prove cronometrate, ma stamattina è stato fatto uscire dal cancelletto e si è fermato dopo dieci metri potendo così formalmente partecipare alle discese di oggi e di domani.
Se avesse vinto, o se fosse arrivato sul podio, sarebbe stato uno scandalo incredibile, per fortuna è arrivato fuori dai primi dieci, dodicesimo per l’esattezza, ma la vergogna rimane. Siamo arrivati al punto che i regolamenti vengono cambiati ad personam, guarda caso a favore di un portacolori dell’Austria, il paese che ha più potere nello sci alpino. Questo sport, e la FIS stessa, dopo la farsa di Zagabria, perdono ulteriormente, se non definitivamente, di credibilità. Non avremmo mai pensato di dover rimpiangere un sergente di ferro discusso e discutibile ma che almeno prendeva delle decisioni anche drastiche e che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno come Gunther Hujara.
Così gli altri azzurri: tredicesimo un bravo ma pasticcione Christof Innerhofer, diciassettesimo Mattia Casse, ventiduesimo Matteo Marsaglia, quarantacinquesimo Pietro Zazzi, quarantaseiesimo Emanuele Buzzi, non arrivato al traguardo Guglielmo Bosca. Domani discesa bis su pista completa.