Ritratto di Marta Bassino, la nuova regina del gigante
Ci sono giorni e luoghi che restano indelebilmente nel ricordo e nella vita di una persona. Per Marta Bassino uno di questi luoghi è indubbiamente Jasna, e i giorni fondamentali legati alla località slovacca per l’azzurra sono due. Il primo è il 27 febbraio 2014, il giorno del suo diciottesimo compleanno, quando vinse l’oro in gigante ai Mondiali juniores. Il secondo è ovviamente quello di ieri, 7 marzo 2021, che l’ha vista conquistare la Coppa del Mondo di gigante con una gara d’anticipo, da assoluta dominatrice della specialità, successo raggiunto soprattutto grazie alle quattro vittorie su sette gare stagionali.
Jasna, dove la padrona di casa è Petra Vlhova, quattordicesima nella gara di sette anni fa e vincitrice di quella di ieri, è indubbiamente un posto che porta molto bene a Marta. Ma il cerchio non può chiudersi qui, anzi, deve rimanere aperto verso nuove vittorie. E di vittorie, la 25enne cuneese di Borgo San Dalmazzo, ne ha già ottenute, e parecchie: cinque in Coppa del Mondo, tutte in gigante, la prima a Killington il 30 novembre 2019, e ha anche messo insieme altri dodici podi, a cominciare dal terzo posto nel gigante di Soelden del 22 ottobre 2016, distribuiti in ben cinque specialità: per completare la collezione le manca solo lo slalom, in cui ha già dimostrato di sapersela cavare molto bene.
Ma soprattutto, lo scorso 16 febbraio a Cortina d’Ampezzo ha vinto l’oro nel parallelo, la specialità nella quale era meno attesa: un successo fortunato, ma che proprio per questo ha dimostrato la sua grande versatilità e la sua enorme intelligenza tattica, le sue armi migliori insieme a una sciata unica nell’attuale Circo Rosa, Mikaela Shiffrin a parte: pulita, leggera e non appariscente ma tremendamente efficace nonostante il suo fisico minuto rispetto, per esempio, a una Vlhova. Tutte queste caratteristiche le sono valse molti soprannomi, da “pulce” a “piuma d’acciaio”, passando per “capriolo” e “cerbiatto”.
Ma a parte queste similitudini, zoologiche e non, che lasciano il tempo che trovano, il dato di fatto è che lo sci italiano può vantare una fuoriclasse che in questo momento non è solo la più forte e continua gigantista del mondo, ma che forse può davvero diventare la donna su cui puntare in chiave Coppa del Mondo generale nei prossimi anni. Già l’anno scorso è stata quinta a fine stagione con 817 punti, quest’anno è già a quota 840 con tre gare in meno andate in scena rispetto allo scorso inverno: la fatidica quota di 1000 punti può essere un obiettivo possibile, forse già quest’anno anche se sarà molto difficile.
Ai margini delle piste il modo di essere di Marta rispecchia quello di quando è in gara: tranquilla ma determinata, umile e anche un po’ introversa ma simpatica, mai una dichiarazione sopra le righe. La sua personalità è in stridente contrasto con quella delle altre due fuoriclasse di casa nostra, con le quali fece una memorabile tripletta salendo sul gradino più basso del podio nel gigante di Aspen del 19 marzo 2017, venendo poi invitata insieme a loro da Fabio Fazio pochi giorni dopo a “Che tempo che fa”: Sofia Goggia, estroversa scavezzacollo che ama sciare e vivere pericolosamente e per questo ha sempre avuto una marea di infortuni, e Federica Brignone, la più umorale delle tre sia in pista sia nel parterre d’arrivo.
Non a caso queste campionesse assolute fanno parte del cosiddetto Trio Elite e da anni si confrontano sia in allenamento sia in gara, trascinandosi l’una con l’altra e facendo lo stesso con le altre rappresentanti della squadra italiana femminile di sci alpino più forte che sia mai esistita. Marta è praticamente nata con gli sci ai piedi: il padre Maurizio è maestro e allenatore e lei li ha messi per la prima volta a due anni. Da ragazzina ha praticato molti sport, ma fin dai primi successi, prima al Trofeo Topolino, al Pinocchio sugli Sci, al Gran Premio Giovanissimi e all’Uovo d’Oro, e poi ai campionati italiani aspiranti, si capiva che era nello sci alpino che aveva una marcia in più, perché aveva tutte le caratteristiche enumerate prima, unite ad altre due che possiede ancora oggi, ossia una grande volontà di primeggiare e a un’infaticabile dedizione al lavoro.
Tra quelli che hanno creduto subito in lei, oltre alla Fisi e ai vari tecnici, c’è Helvetia, l’azienda assicurativa svizzera che è il suo main sponsor da tanti anni e che l’ha scelta tra i suoi atleti immagine proprio per il suo essere umile e determinata allo stesso tempo. Per quanto riguarda lo studio, è diplomata presso il Liceo delle Scienze Sociali a indirizzo sportivo di Limone Piemonte. Fuori dallo sci i suoi hobby sono la lettura e le escursioni sulle sue amate montagne, le Alpi cuneesi, di cui è testimonial e delle quali ci ha parlato nei numeri della nostra rivista degli scorsi mesi di dicembre e gennaio. Ma ama anche andare qualche volta in moto e soprattutto passare più tempo possibile con famiglia e amici. E le vacanze? Mare, solo mare e ancora mare. Perché, sembrerà strano, ma Marta odia il freddo!