MUSE, Trento: una montagna di cultura
Il MUSE, Museo di Scienze Naturali ai piedi delle Dolomiti, insegna a comprendere e vivere consapevolmente la montagna. In città sembra trovare la collocazione più adatta, proprio alle falde del panorama alpino dolomitico. La costruzione progetto dall’architetto Renzo Piano, presenta proprio una struttura piramidale che ricorda un monte.
Attivo dal 2013, il Muse costituisce il percorso ideale per scoprire scienza e natura. Esteso su 19.000 metri quadri distribuiti su sei piani rappresenta la metafora della montagna. Ogni piano dell’edificio, che si restringe progressivamente dalla base alla copertura, è allestito secondo zone altitudinali. Viene cioè ricostruito l’ambiente biologico presente alle varie quote: animali e vegetali, uccelli, rettili, pesci e insetti come si incontrerebbero in natura salendo una montagna. Viene spiegata la specifica funzione di ogni specie nella catena alimentare e, soprattutto, nell’equilibrio ambientale. Il tutto all’insegna della sostenibilità. E’ il caso degli animali, impagliati con tecniche moderne, raccolti tra esemplari deceduti per cause naturali.
Guide preparatissime conducono adulti nei vari iter illustrativi e organizzano laboratori per i più piccoli. Compito di questi esperti accompagnatori è fornire le migliori indicazioni sul modo di vivere l’ambiente alpino, il comportamento da adottare nei confronti degli animali, nonché spiegare la formazione dei vari strati geologici.
I percorsi risultano davvero interessanti, soprattutto perché le guide sono in grado di comunicare non solo nozioni, ma suggestioni e amore per la montagna. Insomma, conoscenze scientifiche e pratiche, utili sia culturalmente sia per l’approccio responsabile alla natura di alta quota. In questo modo, raccontando la formazione delle Dolomiti e le sue biodiversità, si spiega il rapporto tra uomo, natura, e territorio. Scienze e tecnologia vengono collegate tra loro per parlare del futuro del nostro prezioso ecosistema.
Scienza, natura, biodiversità, innovazione e tecnologia sono i temi sviluppati in collegamento con grandi temi locali e planetari, come lo sviluppo sostenibile e il rispetto ambientale.
Per verificare quanto appreso nel corso della visita al museo, almeno sulla botanica, basta trasferirsi al Giardino Botanico Alpino delle Viote. Il Giardino fa parte, infatti, della rete territoriale del Muse e si trova a 1500 metri di quota sul Monte Bondone. Qui vivono oltre 2000 specie selvatiche provenienti da tutto il mondo. Per allargare i propri orizzonti, sempre sullo stesso Monte prospiciente la città, c’è la suggestiva Terrazza delle Stelle. E’ l’osservatorio astronomico, sempre facente parte del Muse, dotato di un telescopio dal ragguardevole diametro di 80 centimetri. E’ un ottimo punto di osservazione della volta celeste.
Gli appassionati di storia montana, possono affiancare una visita al Museo della Sat (Società Alpinisti Tridentini). Gli spazi raccolgono documenti foto e cimeli che raccontano delle ascensioni alla conquista delle vette, della costruzione dei rifugi e delle guide memorabili.
Il Museo Nazionale Storico degli Alpini, poi, incentrato sulle azioni storiche delle Penne Nere, contiene una commovente raccolta di oggetti, documenti, fotografie e armi storiche che ricordano gli episodi più significativi del Corpo degli Alpini.
La visita al Muse si inserisce tra le offerte di “Trento città aperta”. Si tratta del vasto e variegato programma di iniziative che il Comune ha voluto organizzare come richiamo turistico. Trento, dunque si apre al turismo attraverso la cultura.
Margherita Manara