Marco Odermatt sfata il tabù Kitzbuehel e trionfa nel superG
Sulla Streif di Kitzbuehel era arrivato tre volte secondo, una in superG nel 2021 e due in discesa nel 2022 e nel 2024, oggi Marco Odermatt ha sfatato il tabù della pista più pericolosa della Coppa del Mondo trionfando nel superG.
RISULTATO COMPLETO E ANALISI DELLA GARA E CLASSIFICHE DI COPPA DEL MONDO
Per il fuoriclasse del Canton Nidvaldo è il 44° successo in Coppa del Mondo, il 14° in superG che lo pone al terzo posto solitario in questa speciale classifica con una lunghezza di vantaggio su Kjetil Jansrud, il podio numero 80, tanti quanti Aksel Lund Svindal e uno in più di Bode Miller, 24 in superG, tanti quanti Aleksander Aamodt Kilde e Stephan Eberharter, quarti assoluti in questa graduatoria, e uno in più di Pirmin Zurbriggen e Didier Cuche, infine è il settimo successo e il nono podio stagionale, rispettivamente il secondo e il terzo in superG.
Secondo a soli 11 centesimi, al ritorno dopo più di un mese di stop a causa dell’ennesimo infortunio al ginocchio, si è piazzato uno dei beniamini di casa, Raphael Haaser, che ha negato la tripletta alla Svizzera: Stefan Rogentin, malgrado fosse reduce da un’influenza, è infatti arrivato terzo a 30 centesimi, Franjo Von Allmen, il talento più cristallino tra i giovani rossocrociati, quarto a 45 centesimi. Sia per Haaser che per Rogentin è il quarto podio in Coppa del Mondo, per l’austriaco è il primo stagionale, mentre Rogentin è stato terzo anche una settimana fa a Wengen.
Molte come al solito le cadute, dovute non solo alla difficoltà ma anche all’approssimativa (e usiamo un eufemismo) preparazione della pista, in particolare un passaggio nella parte alta sul quale è caduto già il primo concorrente, l’austriaco Lukas Feurstein. Sembrano essersi infortunati gravemente i francesi Florian Loriot e Alexis Pinturault, per quest’ultimo contusione al piatto tibiale con una microfrattura, e lesione al menisco mediale. Inoltre queste interruzioni non aiutano certo a rendere spettacolare uno sport come lo sci alpino, che da questo punto di vista sta diventando come la Formula 1, ormai strapiena di bandiere rosse e safety-car.
Forse intuendo quello che sarebbe successo non è partito l’austriaco Vincent Kriechmayr, che non ha voluto rischiare il ginocchio infortunato a Wengen con i Mondiali alle porte. Quinto e ottavo i canadesi Cameron Alexander e James Crawford, sesto il norvegese Adrian Smiseth Sejersted, nono il quarto svizzero, Justin Murisier, decimo lo svedese Felix Monsen, al primo top ten i carriera dopo una caterva impressinante di infortuni, uno svedese non arrivava nei primi dieci in un superG di Coppa del Mondo dal 4 marzo 2012 Hans Olsson fu anche lui decimo a Kvitfjell.
In casa Italia Dominik Paris è caduto fortunatamente senza conseguenze nel punto incriminato che dicevamo. Bene Mattia Casse, settimo, ma soprattutto Giovanni Franzoni, decimo ex-aequo con Monsen, e il 40enne Christof Innerhofer, strepitoso dodicesimo. Così gli altri azzurri: ventiseiesimo Florian Schieder, trentesimo Nicolò Molteni, trentottesimo Matteo Franzoso, quarantatreesimo Benjamin Jacques Alliod, fuori Marco Abbruzzese. Domani la leggendaria discesa.
MV