La 17enne Alice Robinson batte tutte e conquista il Rettenbach
Alice Robinson, non ancora maggiorenne, batte Mikaela Shiffrin firmando il suo capolavoro sul muro del Rettenbach, muro nella cui parte finale l’americana non è riuscita a portare velocità per il piano. Svaniscono le possibilità di podio per la nostra Brignone battuta dalla vincitrice dello scorso anno Tessa Worley.
Qualcuno ci credeva, qualcuno ci sperava a tutti sembrava difficile ma lei lo ha fatto. Alice Robinson si porta a casa l’edizione 2019 del primo gigante femminile della stagione, il più prestigioso in calendario. Vince battendo colei che tutti avrebbero creduto impossibile da battere nelle discipline tecniche: Mikaela Shiffrin. Sul terzo gradino del podio troviamo un’altra atleta che possiamo considerare come una stella del gigante femminile, Tessa Worley, che dimostra che anche per questa stagione, come nelle passate, chi vorrà vincere in gigante dovrà fare i conti con lei.
Ai piedi del podio si piazza un’ ottima Mina Fuerst Holtmann, partita con il pettorale numero 19 e già autrice di una stupefacente prima manche. Nella seconda frazione di gara supera se stessa e agguanta il quarto posto finale.
In quinta posizione la nostra Federica Brignone che non si è trovata a suo agio con la neve trasformata rispetto alla prima manche dalle temperature elevate presenti sul Rettenbach. Un errore ha impedito alla valdostana l’inseguimento alle prime della classifica, che a suo dire hanno sbagliato meno di lei ma comunque non sono state impeccabili.
Una performance strabiliante è quella di Maria Therese Tviberg, pettorale cinquantotto, che si piazza in sesta posizione, dopo aver guadagnato la qualificazione per la seconda manche con la ventiseiesima posizione provvisoria.
Nella seconda frazione di gara la norvegese ha disputato una prova tutta all’attacco senza mai sbagliare in modo significativo, andando così a inserirsi tra quelle che possiamo tranquillamente considerare come le stelle del gigante.
Al settimo posto finale è il risultato della rimonta incredibile di Franziska Gritsch, che recupera ben ventuno posizioni dopo essersi presa con la forza la qualificazione per la seconda manche.
Chi invece non troviamo affatto nella classifica finale è Meta Hrovat, scivolata nel finale proprio in vista del traguardo, chissà che non sia stata proprio la vista dello striscione rosso, insieme alla fatica accumulata nel corpo dopo una delle gare fisicamente più massacranti del calendario femminile a tradire l’atleta slovena, che stamattina era stata autrice di un’ ottima prima manche.
Marta Bassino non commette particolari errori ma non riesce comunque ad essere efficace, perde sul muro e anche nel finale la velocità non è alta. Al traguardo sarà dodicesima.
Roberta Melesi, seconda atleta partente nella seconda parte di gara recupera cinque posizioni e porta a casa punti di Coppa del mondo che presto le saranno fondamentali per migliorare il suo pettorale di partenza.
Opaca la prestazione delle altre azzurre: sia Irene Curtoni che Francesca Marsaglia perdono tanto sul muro, la prima non commette errori ma sciando “sotto palo” non si dimostra efficace. La Marsaglia invece non trova più il ritmo che avevamo visto stamattina e perde diciassette posizioni.
Buoni i segnali di ripresa che abbiamo avuto da Lara Gut, che nella seconda manche recupera sette posizioni e chiude all’ottavo posto. La condizione dei giorni migliori da gigantista è ancora lontana ma la grinta della campionessa si vede sopratutto nei momenti di difficoltà.
Brutta caduta per Bernadette Schild, che è stata trasportata in ospedale a Innsbruck in elicottero dopo una rovinosa caduta che le ha creato un problema non ancora diagnosticato al ginocchio sinistro.