
La Tigre ruggisce sulla Pista 14 di Courmayeur
Metti una domenica di fine marzo che regala un cielo limpido e azzurro come il colore della nostra Nazionale, metti il Monte Bianco a fare da cornice a una splendida festa dello sport, metti la nostra Federica Brignone appena sbarcata dall’aereo che l’ha riportata in Patria carica di Coppe di cristallo, metti l’enorme affetto e riconoscenza della gente di Courmayeur per la propria figlia adottiva e hai la giornata perfetta. Una giornata da… tigre!
Se Federica è abituata a tagliare traguardi, oggi il suo compito è quello di tagliare un nastro e inaugurare la pista a lei dedicata, ultimo e importante sigillo del legame che da sempre unisce la grande campionessa alla prestigiosa località valdostana.
Per ricevere l’abbraccio della sua gente non ha perso nemmeno un attimo. Poche ore di sonno, la stanchezza del jet lag che sembra scorrerle addosso come se niente fosse e via, alla festa di Courmayeur con il sorriso dei giorni migliori.
Davanti alle Autorità locali, alle centinaia di bambini degli Sci Club tra cui forse si nasconde il campione o la campionessa dei prossimi anni, ai responsabili delle piste e degli impianti, ai maestri, ai gattisti, agli allenatori, ai giornalisti ma soprattutto ai tanti fan che la sentono amica più che una campionessa da venerare, Federica può sollevare la paletta con sopra inciso il suo nome. Unica campionessa in attività a ricevere questo onore riservato normalmente agli ex campioni.
Non è una pista qualsiasi quella che da oggi abbandonerà l’antico nome “Aretù”. La pista 14 del comprensorio, una rossa omologata Fis lunga 1550 mt per un dislivello di 370 mt e una pendenza massima del 45% è da sempre il regno della Tigre Federica, fin dai tempi dello Sci Club Courmayeur quando bambina la preferiva a altre per le sue corse spensierate e spericolate, ma è anche la spina dorsale del comprensorio, la direttissima che porta dai 2260 mt di Col de Crecouit ai 1890 mt del Plan de Crecouit.
È lei stessa a raccontarcela: “La Federica Brignone è una pista che ti inganna, parte piano sembra facile, poi ti butta giù in un muro dove puoi tirare belle curve larghe in velocità. Poi si appiattisce di nuovo verso la parte finale. È una delle piste dove ho vinto le mie prime Fis Giovani tanti anni fa. È sempre al sole, una pista dove ti senti sempre osservata, da chi? Dal Monte Bianco, ovviamente”.
Da oggi dunque Federica, la più titolata campionessa italiana di tutti i tempi, può vantare anche l’appartenenza a un ristretto Club di altissimo prestigio, scrivendo il suo nome a fianco dei grandi della storia dello sci azzurro, Gustavo Thoeni (Chiesa in Valmalenco e Vigo di Fassa), Deborah Compagnoni (Santa Caterina Valfurva), Alberto Tomba (Ciampedie di Vigo di Fassa e Corno alle Scale), Piero Gros (Saux Doux), Matteo Nana (Chiesa in Valmalenco), Giorgio Rocca (Livigno), Giuliano Razzoli (Cimone), Zeno Colò e Celina Seghi (Abetone) e i due campioni che ci hanno lasciato troppo presto, Leonardo David (Gressoney) e Franco Berthod (La Thuile).
Oggi si stappano bottiglie di buon spumante valdostano, si celebra il suo palmares ma si guarda anche al futuro, perché la tigre non ha nessuna intenzione di smettere di ruggire, una nuova annata la attende al cancelletto di partenza con i cerchi olimpici nel mirino.
Quali sono i tuoi programmi nell’immediato? “Aprile è un mese molto intenso, ci sono tante cose da fare prima di staccare un attimo. Andrò a fare i Campionati Italiani, subito dopo un po’ di allenamento di velocità con la squadra e successivamente i test materiali con Rossignol a Tignes, parte fondamentale della preparazione della prossima stagione. A maggio una piccola pausa con un po’ di surf da onda e poi si ricomincia subito”.
“Futuro? Una, due stagioni, vedremo. Fino a quando c’è il desiderio di gareggiare e di rincorrere la scarica di adrenalina con passione andrò avanti. Non ho più niente da dimostrare, vedremo quello che arriverà. Quando le lunghe trasferte, i km in macchina, le levatacce mi peseranno allora capirò che è ora di smettere. Intanto lavoro per la prossima stagione. La condizione mentale è la cosa più importante per reggere non solo le gare ma tutto quello che c’è attorno alla vita dell’atleta. Oggi punto alla qualità dell’allenamento più che alla quantità come facevo quando ero più giovane ma alla fine la benzina oltre ai risultati è sempre il piacere di sciare e gareggiare. Certo adesso ci sono sette mesi lontani dalle gare e può succedere di tutto ma per il momento l’intenzione è proseguire e mantenere la concentrazione”.
Godiamoci il presente, godiamoci la nostra Tigre di Courmayeur con l’animo dei tanti bambini che la chiamano, la incitano, la festeggiano mentre attendono una firma sul casco da gara, un autografo da appendere nella propria cameretta. Con una sola certezza, la strada del futuro riporterà Federica sempre qui sotto lo sguardo benevolo e protettivo di Sua Maestà il Monte Bianco.
Luca Steffenoni