Joaquim Salarich fa tornare la Spagna nell’élite dello sci alpino maschile
Lo sci alpino spagnolo ha avuto soprattutto in campo femminile delle ottime rappresentanti, su tutte Maria Josè Rienda, Blanca Fernandez Ochoa e Carolina Ruiz Castillo, vincitrici rispettivamente di 6, 4 e 1 gara di Coppa del Mondo, e la compianta Blanca anche di un bronzo olimpico in slalom ad Albertville 1992.
Ma tra gli uomini ci si era fermati a Francisco Fernandez Ochoa, detto Paco, fratello maggiore di Blanca, oro olimpico in slalom a Sapporo 1972 davanti a Gustav Thoeni, e poi nel 1974 vincitore del bronzo mondiale a St. Moritz e di una gara di Coppa del Mondo a Zakopane sempre tra le porte strette.
Ebbene, c’è un ragazzo catalano, che ha compiuto 28 anni lo scorso 2 gennaio, che sta aggiungendo alcune pagine alla storia dello sci alpino maschile spagnolo e che è una delle più grandi rivelazioni di questa stagione nello slalom maschile: Joaquim Salarich.
Quim, come è chiamato da tutti, ha esordito in Coppa del Mondo il 22 dicembre 2015 a Madonna di Campiglio, dieci mesi dopo aver partecipato ai Mondiali di Vail/Beaver Creek classificandosi trentesimo.
Ha partecipato poi alle tre successive rassegne iridate arrivando venticinquesino a St. Moritz ma in Coppa del Mondo, prima di quest’inverno, aveva gareggiato solo 15 volte non qualificandosi mai per la seconda manche, anzi, finendo fuori spesso e volentieri nella prima.
Quest’anno però, improvvisamente, ha conquistato due quindicesimi posti nelle prime due gare dell’anno a Val d’Isere e a Madonna di Campiglio, partendo col 52 e col 53. Poi, dopo altre due non qualificazioni e due ritiri nella prima manche, più quello ai Giochi di Pechino, la sua seconda Olimpiade, facente seguito all’uscita nella seconda manche a Pyeongchang 2018, l’esplosione in questo weekend.
Salarich ieri si è piazzato ottavo col numero 50 nel primo slalom di Garmisch-Partenkirchen sulla classicissima pista Gudiberg, e poi, oggi, nello slalom bis, col 49 ha fatto ancora meglio arrivando settimo dopo essere stato addirittura quarto nella prima manche.
Ma perché questa metamorfosi? Lui stesso non se la spiega, tanto da essere rimasto senza parole per questi risultati, ma dichiara di avere ancora fame. I suoi tecnici, a cominciare da Corrado Momo, che lavora con la Spagna da sei anni, e il suo skiman Stefano Pellin, dicono che ha sempre avuto un grande potenziale ma che in gara era un po’ troppo emotivo.
Inoltre, avendo avuto la Spagna un solo posto a disposizione nello slalom maschile fino a quest’anno, le sue poche presenze in Coppa del Mondo vengono spiegate con l’alternanza con Juan del Campo, anch’egli andato a punti ieri sul pendio bavarese piazzandosi venticinquesimo.
Insomma, Salarich, che quest’anno è anche arrivato due volte terzo in Coppa Europa a Vaujany e ad Almaasa, sembra aver trovato la via giusta per raggiungere traguardi importanti, magari già a Kranjska Gora, dove tra due settimane dovrà conquistarsi la qualificazione per le finali di Meribel.
Quella di Salarich è una storia che meritava di essere raccontata. In fondo lo sport non è soltanto raccontare le gesta o snocciolare i numeri dei grandi campioni ma è anche, se non soprattutto, scoprire personaggi che fanno anni di sacrifici per ottenere grandi risultati, e quando ci riescono, l’ammirazione per loro non può che essere sincera.