Il trail running raccontato da Franco Collé
Abbiamo chiesto a uno dei migliori conoscitori e praticanti del trail running, Franco Collé, di parlarci di questa disciplina, che ha tra le montagne il suo habitat naturale. Per trail running si intende infatti corsa nella natura, generalmente su sentieri, ed à ormai diventato uno sport molto popolare, con corsi, gare e sfide anche estreme. Dal trail sono poi scaturite le discipline dell’ultra trail, dello skyrunning e gare come il Tor des Géants, di 330 km e 24mila metri di dislivello. Di questo ci parla proprio Franco, valdostano di Gressoney, classe 1978, che ha vinto questa competizione nel 2014, 2018 e 2021. Ma partiamo dal principio.
Franco, a chi consiglieresti di praticare il trail running?
«E’ uno sport che può essere consigliato veramente a tutte quelle persone che hanno voglia di vivere un’avventura a contatto con la natura. Non ci sono limiti di età e non è necessario essere dotati di particolari abilità. E’ sufficiente saper camminare e avere tanta voglia di scoprire nuovi luoghi. E’ una disciplina che può essere praticata in qualsiasi contesto. Certamente in montagna, ma anche altrove. È per ogni livello, con differenti percorsi: da quelli più semplici, con distanze di 5 km, ai più impegnativi, come i 350 km del famoso Tor des Géants. Ognuno poi sceglie il proprio ritmo. È una disciplina dove anche nelle competizioni l’ultimo classificato viene festeggiato come il primo».
Perché lo consiglieresti?
«Per diversi motivi: fa bene al corpo e alla salute; aiuta a staccare la spina e rilassare la mente riportando l’essere umano in un ambiente più “naturale” e meno “contaminato” dal caos quotidiano in cui viviamo; amo ripetere: ci sono luoghi che se non cammini non vedresti mai!».
Quali consigli daresti a un principiante?
«Il primo consiglio è di approcciarsi a questa disciplina con gradualità iniziando da escursioni facili e di durata contenuta: una, massimo due ore. Solamente dopo aver acquisito confidenza e allenamento si possono aumentare gradualmente le distanze e la difficoltà delle uscite. La scelta del percorso deve essere fatta con particolare attenzione, valutando il tipo di sentiero, la presenza di particolari punti pericolosi o esposti, il dislivello, l’altitudine raggiunta, la presenza di punti di approvvigionamento idrico e alimentare, se ci sono fontanelle o rifugi. Esistono numerosi siti che riportano descrizioni dettagliate dei percorsi, con l’indicazione dei periodi consigliati e con le tracce Gpx da seguire mediante orologio o smartphone. Per le prime escursioni, consiglio comunque di affidarsi a qualche amico o una persona esperta che possa guidarvi nella scelta del percorso più adatto alle proprie capacità e, soprattutto, nella scelta del materiale idoneo».
A proposito di materiale, cos’è davvero importante e perché?
«Per quanto riguarda l’attrezzatura, è necessario valutare con attenzione l’abbigliamento, che deve essere diverso a seconda delle condizioni meteorologiche e dell’altitudine raggiunta, e il tipo di calzatura adatta, che può variare a seconda della tipologia di sentiero da affrontare. In questi ultimi anni, grazie all’evoluzione dei materiali, ci sono attrezzature per il trail running che permettono di affrontare in piena sicurezza la maggior parte dei sentieri e strade che la natura può offrire. Nel materiale che devo sempre avere con me nello zaino, c’è una riserva idrica e alimentare. Perché se mancano le giuste energie o si rimane disidratati, anche la più banale escursione può diventare pericolosa. Non deve mancare il telefono, per avvisare i soccorsi in caso di problemi, ed è bene anche portarsi un kit di emergenza con telo di sopravvivenza e una benda elastica per effettuare una fasciatura, un orologio Gps o uno smartphone con app dedicata per riuscire a tornare a casa nel caso in cui ci si perda».
Quali sono i tuoi segreti per continuare a divertirti nel trail?
«Per divertirsi nel trail running fortunatamente non ci sono segreti. E’ sufficiente indossare le scarpe, uno zainetto e lasciarsi trasportare dallo spettacolo che la natura vi può offrire. Con il passare del tempo si acquisisce la giusta esperienza e il giusto allenamento per riuscire a percorrere distanze e percorsi ancora più impegnativi, che permettono di immergersi in veri e propri viaggi unici nel loro genere».
Quali sono itinerari consigli nella tua zona?
«La Valle d’Aosta è un parco giochi per gli amanti del trail running. Sentieri di ogni difficoltà che permettono di vivere le Alpi a 360 gradi visitando tipici villaggi di montagna, laghi incontaminati, arrivare ai piedi dei più alti ghiacciai d’Europa. Insomma, se siete alla ricerca di un luogo dove poter intraprendere questa disciplina, avete già capito dove andare! I miei percorsi preferiti si trovano nella valle di Gressoney, con il Monte Rosa a fare da cornice. Sono questi i miei sentieri di allenamento. Vi posso consigliare tre diversi itinerari alla scoperta dei villaggi Walser, a seconda delle vostre capacità: anello di 15 km con circa 650 metri di dislivello che passa per i centri di Gressoney-Saint-Jean e Gressoney-La-Trinité, attraversando luoghi caratteristici come il Laghetto Gover, i villaggi Walser di Alpenzu piccolo e Alpenzu grande, la passeggiata della Regina e la frazione di Rong. Ideale per chi vuole avvicinarsi alla disciplina del trail running o, semplicemente, per chi vuole fare un trekking alla scoperta di Gressoney su un percorso senza particolari difficoltà tecniche. Anello di 46 km con circa 3500 metri di dislivello che offre un bellissimo panorama sul massiccio del Monte Rosa. Il percorso prevede il passaggio per la Diga del Gabiet, per il selvaggio vallone di Valdobbiola, per l’Ospizio Sottile, per il Laghetto Gover e per i caratteristici villaggi di Alpenzu. Ma la vera “chicca” è la percorrenza dell’antico sentiero walser (WalserWaeg) e del panoramico sentiero che collega la conca del Gabiet al vallone Ciampa. Ideale per chi ama i percorsi tecnici e impegnativi senza rinunciare alla bellezza dei paesaggi. Il percorso può essere percorso in più giorni, pernottando nei due rifugi che trovate sul percorso (Alpenzu e Ospizio Sottile). Infine, un’avventura di 90 km con circa 7000 metri di dislivello alla scoperta degli angoli più belli e selvaggi dell’alta Valle del Lys. Il percorso ricalca nella prima e nell’ultima parte quello da 46 km, con l’aggiunta dello stupendo Vallone di Loo e dei più suggestivi sentieri e colli nei comuni di Gaby e Issime (il villaggio di Niel, il Colle Lazoney, il Colle della Vecchia, la Crenna dou Leu…), del Colle della Forca, del Colletto Taf e del Colle Ranzola. Ideale per gli amanti delle lunghe distanze, per quelli che vogliono misurarsi su un percorso impegnativo ma veramente unico. Può essere spezzato in più giorni, pernottando nei 3 rifugi che incontrate lungo il tragitto (La Gruba, Alpenzu e Ospizio Sottile). Questi percorsi sono diventati teatro di una gara che si svolge ogni anno a luglio, la Monte Rosa Walter Waeg».
Il tuo rapporto con il mitico Tor des Géants, la gara che hai vinto più volte?
«Con il Tor des Géants ho un rapporto magico. Una gara che ho nel cuore. Un viaggio che ripercorre tutti i luoghi più suggestivi della mia regione. Un’avventura di 330 km e 24mila metri di dislivello in cui, per quasi una settimana, ti senti parte integrante della natura. Difficile dire a parole cos’è il Tor. Credo che per capirne il significato è necessario viverlo in prima persona: come atleta, come tifoso o come volontario. L’appuntamento è per la seconda settimana di settembre, in Valle d’Aosta».
Quali gare importanti hai come obiettivo nel 2023?
«Tra i miei obiettivi c’è sempre il Tor, senza ombra di dubbio. Rimanendo sulle Alpi affronterò l’avventura da 173 km del Cervino Matterhorn Ultra Race e, in autunno, spazierò in giro per il mondo con tre gare di lunga distanza in Cina, in Thailandia e nell’isola di Gran Canaria».
Andrea Cappelletti
Foto: Maurizio Torri