Il bilancio stagionale dell’Italia dello sci alpino
Sono state molte le luci ma anche le ombre per l’Italia dello sci alpino nella stagione internazionale appena conclusa.
Gli aspetti positivi sono state le due coppe del mondo di specialità vinte, per la prima volta nella storia, da due azzurre diverse nella stessa stagione, ossia Sofia Goggia in discesa e Marta Bassino in gigante. Inoltre, anche qui per la storia della Coppa del Mondo femminile, tre italiane hanno chiuso tra le prime dieci della classifica generale: Bassino sesta, Federica Brignone settima e Goggia nona. Le nostre tre fuoriclasse hanno totalizzato nove vittorie, a una sola lunghezza dal record storico italiano di dieci nell’inverno 1996-1997. Infine, c’è stato il recupero ad alto livello di due reduci da infortuni come Dominik Paris e Christof Innerhofer.
Ma francamente, per quanto riguarda la Coppa del Mondo, i lati positivi, pur notevoli, finiscono qui. Le ragazze hanno oggettivamente fatto una stagione straordinaria fino alla tappa di Garmisch-Partenkirchen, dove Goggia si è infortunata per l’ennesima volta, e da quel momento, nel mese conclusivo della Coppa, le azzurre hanno raccolto una sola vittoria con Brignone, l’unica del Trio Elite a non avere mai vinto fino a quel momento, e uno solo dei 17 podi totali stagionali, proprio quello del trionfo di Fede nel superG della Val di Fassa.
E’ stata quella l’unica occasione nella quale la valdostana è riuscita a sfogare positivamente in pista la sua rabbia e il suo disagio per una stagione che è andata in maniera completamente diversa da quella trionfale precedente. Questo stato d’animo ha cominciato a montare dal gigante di Courchevel, nel quale arrivò seconda nonostante un numero da circo orse mai visto in campo femminile, e poi è esploso ai Mondiali e soprattutto alle finali di Lenzerheide, al termine delle quali ha manifestato l’ipotesi di un ritiro alla quale non crediamo. Più probabile invece, come hanno riportato alcuni media, che possa costituire un team privato e allenarsi per conto proprio, ufficializzando la separazione con le compagne di squadra che, a quanto pare, esiste già di fatto.
Per quanto riguarda Goggia, dopo essere stata costretta a saltare i Mondiali di Cortina, di cui era ambassador a causa dell’incredibile infortunio in Baviera, solo il maltempo le ha risparmiato un altrettanto incredibile ritorno in pista a Lenzerheide a soli 45 giorni dalla frattura del piatto tibiale destro. Un ritorno che, continueremo a dirlo anche se lei dice di no, sarebbe stato rischiosissimo, oltretutto su una delle piste più difficili della Coppa del Mondo. Bassino invece è stata incredibile per tre mesi e anche ai Mondiali, e questo è uno dei lati positivi della rassegna iridata, pur già in riserva di energie ha avuto la lucidità di vincere l’oro, anche con un po’ di fortuna, nella specialità in cui era meno attesa, il parallelo.
Dalle altre è arrivato solo un podio di Elena Curtoni, terza nella seconda discesa di Crans-Montana. Laura Pirovanp è cresciuta notevolmente in discesa, tanto da sfiorare più volte quel podio. In slalom Marta Rossetti, purtroppo infortunatasi a metà stagione, e Martina Peterlini stanno crescendo, mentre lascia l’agonismo Irene Curtoni, tutte le altre sono state senza infamia e senza lode. Nella classifica a squadre però le azzurre sono scese dal primo posto del 2020 al terzo: sono mancati i punti di Brignone ma anche di Nicol Delago, che ha saltato tutto l’inverno per la rottura del tendine d’Achille, mentre quelli di Goggia erano mancati anche un anno fa, quando si era fratturata il braccio sempre a Garmisch.
Passando alla squadra maschile, lo splendido argento di Luca De Aliprandini e una buona prestazione collettiva a Cortina non sono sufficienti a salvare una stagione estremamente negativa. E’ preoccupante che da quattro stagioni a questa parte in Coppa del Mondo vinca solo Paris, che è un fuoriclasse assoluto e l’ha dimostrato ancora una volta tornando al successo un anno dopo il grave infortunio al ginocchio, ma i suoi successi non bastano a nascondere le magagne del resto della squadra, anzi, le accentuano quando il fuoriclasse della Val d’Ultimo non va a bersaglio, come nella rassegna iridata. Gli azzurri hanno totalizzato 23 piazzamenti tra i primi dieci, mai così pochi dal 2002-2003, e 3 podi, il minimo dal 2000-2001. L’unico a salire su podio oltre a Paris è stato Alex Vinatzer, terzo nello slalom di Madonna di Campiglio.
Non c’è alcun dubbio che, specialmente tra gli uomini ma in parte anche tra le donne, c’è bisogno come il pane di giovani che possano prendere il posto dei veterani negli anni futuri, in vista soprattutto delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026. Le belle prestazioni delle nostre nuove leve in Coppa Europa, o addirittura nelle gare FIS, non contano assolutamente nulla. La storia è piena di esempi di atleti che hanno fatto bene nei circuiti minori e nei mondiali giovanili che poi in Coppa del Mondo si sono completamente persi. Quest’anno sono stati Giovanni Franzoni e Sophie Mathiou a vincere ori iridati juniores, nel superG maschile e nello slalom femminile, e il loro esordio nel Grande Sci è stato confortante. Vedremo nei prossimi anni se riusciranno a migliorarsi e a essere gli alfieri di una nuova generazione di campioni e campionesse.
Foto: FISI Pentaphoto