“I bambini vanno a scuola, perché non potrebbero fare una lezione di sci?”
Chi lo dice è Luciano Stampa, presidente Amsi Lombardia e direttore della Scuola Sci e Snowboard Aprica. «Tra le tante cose che ho letto in questi giorni e che mi hanno fatto storcere il naso, ce n’è una in particolare: l’abbinamento tra sci e discoteche. Fa capire che chi decide non ha proprio idea di cosa sia la nostra attività. Sciare è un’attività sicura, che si fa all’aperto, non ha niente a che fare con il ballare al chiuso senza distanziamento. Al limite, il paragone ci può stare con quanto successo a Ischgl lo scorso marzo: e infatti si trattava di après-ski, non di sci. Ma spesso si fanno valutazioni affrettate e superficiali, riportate poi su tutti i giornali.
“Un caso è anche quello che è successo a Cervinia: sono state diffuse delle foto e da lì è partito tutto, senza andare a fondo della questione, senza fare una valutazione critica. In realtà, le stazioni sono state attente a tutte le misure di sicurezza: lo Stelvio quest’estate ha lavorato bene, non ci sono state criticità, non ci sono stati focolai.
“Un altro punto che tengo a precisare e che non viene mai preso in considerazione è il fatto che le scuole sci lavorano principalmente con i bambini. E i bambini vanno a scuola: allora se siedono sui banchi perché non dovrebbero poter andare a sciare? Oltretutto i maestri sono continuamente controllati e non ci sono pericoli di alcun tipo.
“È assolutamente giusto tenere conto dell’aspetto sanitario, ma vanno fatte giuste valutazioni. Gli impianti rimangono chiusi in Italia, perché in Austria e in Svizzera si scia? Lì sono così stupidi? Non hanno valutato pro e contro? Non penso siano decisioni prese alla leggera. Lavoro all’Aprica, non lontano dal confine svizzero e vedo emigrare gente con sci e scarponi; ci sono sci club che partono da Bormio e vanno a sciare al Diavolezza, è il colmo.
“Inoltre, è importante dire che anche noi come categoria abbiamo messo a punto un protocollo di sicurezza: il direttivo dell’Amsi lo ha approvato da qualche settimana e poi lo ha inviato ai giusti canali per farlo arrivare al Comitato tecnico scientifico. Un lavoro importante, partito a luglio, agosto dal Collegio del Trentino, che poi si è allargato a livello nazionale. Il Collegio Nazionale dei maestri è deputato a dare le linee guida, poi il protocollo è stato mandato ai vari collegi regionali che, a loro volta, lo hanno distribuito a tutte le scuole sci. Siamo in attesa di vedere cosa succede.
“Insomma, tutto è pronto per aprire in sicurezza. E farlo a Natale ci permetterebbe almeno di pagarci le spese; è vero che ci sono i ristori, ma alla fine in tasca non arriva niente: ci hanno infatti dato la “mancia” di 600 euro per i lavoratori autonomi”.
Chiara Todesco