HANNIBAL, il colossal di primavera
«Ötztal-Sölden. Tirol in Hochform». Il Tirolo al suo massimo. Questo è lo slogan di Sölden e non c’è da dubitare che la super mondana e sportiva località austriaca esprima, sul finire di una stagione da record per innevamento e presenze turistiche, la sua stabile collocazione ai vertici delle località montane mondiali.
Fa veramente impressione girare in questi giorni tra le migliaia di persone arrivate ai piedi del Rettenbach per festeggiare la primavera e l’ultimo mese di sci. Alberghi, locali, ristoranti, i 31 impianti sciistici per 142 km di piste ancora tirate a lucido, l’enorme centro termale Aqua Dom con le sue 11 piscine calde, i negozi, gli apres ski, tutto completo per una clientela internazionale che non intende cedere all’arrivo dell’estate.
La località austriaca sede di uno dei comprensori sciistici più grandi e prestigiosi del mondo risponde alla sua maniera al successo della stagione 23/24. In un luogo dove tutto è extralarge non poteva che essere un colossal a salutare le ultime sciate.
Appuntamento per i più fortunati nel grandioso scenario naturale della Glatscher Arena (2668 m) punto di arrivo della pista di Coppa del Mondo.
In una splendida notte stellata e limpida con il termometro che non ne ha voluto sapere di disturbare i presenti, si è aperta la scena sulla sedicesima edizione di Hannibal, un indescrivibile evento di rivisitazione moderna delle gesta di Annibale e dello scontro epico tra Roma e Cartagine, che è assai riduttivo definire spettacolo.
Proviamo a immaginare un palcoscenico costituito da 6 km quadrati di cime e pareti immacolate, una piramide di ghiaccio alta 50 metri posizionata al suo centro, 75 tra ballerini e attori che recitano e ballano in condizioni climatiche tutt’altro che agevoli, aerei B-25, F4, Alpha-Jet e P38 perfettamente sincronizzati tra loro che sorvolano la scena, una decina di elicotteri che partecipano attivamente alla rappresentazione guidati da piloti acrobatici, paracadutisti e parapendii, sciami di droni che creano giochi di luce, 37 gatti delle nevi in rappresentanza degli elefanti al seguito di Annibale che simulano il terrore della battaglia, duecento tra sciatori professionisti e freerider estremi che calano dalle pareti del ghiacciaio. È abbastanza? Assolutamente no.
Sotto la guida del regista e produttore Hubert Lepka, una celebrità nel suo genere, con la partecipazione della compagnia teatrale Lawine Torrèn composta da artisti famosi, atleti e performers provenienti da Europa, Stati Uniti, Australia e Medio Oriente e dei piloti e del gruppo Red Bull, sponsor principale e cooproduttore dello show, c’è ancora posto per enormi sculture di ghiaccio, per una vera valanga provocata artificialmente, per l’esplosione di un vulcano e per la folle discesa di decine tra moto e motoslitte a simboleggiare i cavalieri dell’esercito cartaginese. Tutto accompagnato da una colonna sonora che spazia dal classico alla techno.
Il più grande show internazionale su terreno aperto attualmente in circolazione, un tripudio di effetti speciali e di tecnici che affiancano la recitazione degli attori in una performance che dal 2001, anno della prima rappresentazione, è stata seguita da 75000 spettatori presenti sul ghiacciaio per il quale si danno appuntamento fan e celebrities provenienti da tutto il mondo.
Una macchina organizzativa spaventosa che non può lasciare indifferenti, ma se vogliamo stupirci ancora di più è sufficente presentarsi alla mattina successiva in cima al Rettenbach per trovare tutto smontato, pulito e immacolato, con le piste perfettamente battute pronte a ospitare le carvate di sciatori e snowboardisti.
Questa è Sölden dove fantasia e realtà convivono da sempre, dove il fantasma di Ötzi, l’uomo venuto dai ghiacci, convive con quello di «Spectre» film di James Bond del 2015 girato nel Gaislachkogl a 3054 metri e dove il turista, ancora oggi, può perdersi tra scenari mozzafiato rivivendo ogni avventura dell’agente al servizio di sua maestà.