Effetti dell’età nello sci alpino: l’influsso dell’età relativa (RAE) sulla selezione del talento
di Enrico Clementi e Pietro Poletti
Abbiamo visto nei nostri articoli come l’identificazione del talento nelle varie discipline sportive in genere e nello sci alpino in particolare rappresenta un ampio campo di indagine nella letteratura.
Una ricerca multidisciplinare e la raccolta di dati e di informazioni appropriate sui fattori psicosociali e sulle capacità tecniche coinvolte nelle varie prestazioni sportive durante lo sviluppo, possono però essere la chiave per chi lavora alla selezione del talento.
In linea con altri studi ci siamo quindi concentrati sui risultati delle competizioni (dati FIS), andando ad analizzare le carriere degli atleti e confrontando il loro andamento, in relazione principalmente al livello raggiunto nelle varie fasi ed età, in quali discipline dello sci alpino, per capire se le prestazioni da giovani possano o meno essere predittive per un successo futuro.
Questo tipo di analisi permette, sia agli atleti che ai tecnici, di avere un’indicazione su quale sia il livello richiesto in una certa fascia d’età per poter raggiungere un livello d’élite, oltre a facilitare il monitoraggio delle prestazioni e la definizione di obiettivi realistici.
Rimandiamo per una panoramica del metodo e delle evidenze raggiunte ai precedenti articoli, e in particolare agli ultimi due, titolati:
– Tassi di miglioramento: Peak Performance e transizione da J a S nello sci alpinohttps://www.scimagazine.it/tassi-di-miglioramento-peak-performance-e-transizione-da-j-a-s-nello-sci-alpino/
– Andamento della performance e trend di sviluppo nello sci alpino: indicazioni di metodo, risultati e ambiti d’applicazione https://www.scimagazine.it/andamento-della-performance-e-trend-di-sviluppo-nello-sci-alpino-indicazioni-di-metodo-risultati-e-ambiti-dapplicazione/
È evidente che il nostro intento non è quello di affermare in modo assoluto che il rispetto di determinate tappe evolutive sia garanzia per l’identificazione di un atleta vincente (sono ancora troppe le variabili da considerare e i fattori che permettono a un atleta promettente di esprimersi nel massimo circuito), ma certamente il rispetto o meno di quelle tappe ci permette di avere ulteriori elementi predittivi; in un ambiente dove, viceversa, si utilizza un approccio empirico e si ritiene, in modo diffuso ma non del tutto veritiero, che sia sufficiente allenarsi, lavorare duramente, per ottenere risultati.
Inoltre, conoscere dati di questo genere, ci permette di dare, come tecnici, indicazioni chiare ai tanti giovani e famiglie che, a fronte di un buon talento manifesto, a volte chiudono con l’attività agonistica in modo precoce (non raggiungendo l’età della prestazione di picco), oppure, al contrario, si attardano per stagioni prima di prendere una decisione che i fatti imporranno.
Un ulteriore aspetto da considerare è quello dell’età relativo o RAE, Relative Age Effect.
Forniamo in questo articolo una panoramica della tematica e della letteratura di riferimento, riservandoci ulteriori commenti e considerazioni pratiche al prossimo articolo.
Nello Sci Alpino, come in molti altri sport, esistono diverse categorie stabilite in base all’età degli atleti; questo può portare ad avere differenze di età relativa tra ragazzi che gareggiano assieme e indurre a possibili errori di selezione (Steidl-Müller et al., 2019).
Nello Sci Alpino molti studi si sono occupati del RAE e di quali fattori abbiano influenza sullo stesso. In questi studi sono stati valutati atleti che hanno svolto competizioni in differenti contesti come gare provinciali, regionali o nazionali tra bambini (Müller, Müller, Kornexl, et al., 2015, 2015; Müller, Müller, Hildebrandt, et al., 2015; Müller, Müller, et al., 2016; Müller, Gonaus, et al., 2017; Romann & Fuchslocher, 2014a), gare internazionali tra adolescenti (Müller, Hildebrandt, et al., 2016; Raschner et al., 2012) sino alla coppa del mondo (Bjerke et al., 2017), analizzando se e come varia la presenza del RAE in competizioni di livello differente.
Il RAE sembra essere presente nello Sci Alpino indipendentemente dalla categoria (Steidl-Müller et al., 2019) e dal genere (Müller, Müller, Kornexl, et al., 2015; Raschner et al., 2012; Romann & Fuchslocher, 2014a). Differenze si sono viste nelle gare di ragazzi austriaci e svizzeri dove il RAE sembra essere più evidente all’aumentare del livello (Müller, Müller, et al., 2016; Romann & Fuchslocher, 2014a).
La presenza del RAE incide quindi sulla possibilità di partecipazione ai vari eventi, creando maggiori difficoltà ai relativamente più giovani che o non hanno la possibilità di gareggiare, o sono in minoranza. Questo è stato evidente, ad esempio, al Winter European Youth Olympic Festival del 2015, dove gli atleti di tutti gli sport nati nel primo trimestre dell’anno avevano una possibilità di essere selezionati quattro volte superiore rispetto a chi era nato nell’ultimo trimestre; questa differenza era addirittura di cinque volte negli sport di forza (sci alpino ed hockey), dato avvalorato dal fatto che ogni federazione poteva convocare solamente due atleti maschi e due femmine nati nei due anni di selezione (Müller, Hildebrandt, et al., 2016).
Secondo lo studio di Raschner et al. (2012) al 1° Winter Youth Olympic Games (YOG) di Innsbruck nel 2012 questa maggior possibilità di selezione, negli sport legati alla forza, era di addirittura di 11,5 volte superiore. La stessa tendenza è stata riscontrata anche in una competizione internazionale di ragazzi tra i 12 e i 15 anni, sottolineando ancora una volta come questo dato risulti più evidente negli sport legati alla forza, tra i quali lo Sci Alpino (Müller, Hildebrandt, & Raschner, 2017).
Importante evidenziare come il livello di maturazione biologica sia correlato al RAE nei giovani sciatori, infatti i soggetti relativamente più giovani pare abbiano una possibilità di selezione solo se sono a maturazione precoce (Müller, Gonaus, et al., 2017; Müller, Hildebrandt, & Raschner, 2017; Müller, Müller, et al., 2016) e presentano quindi lo stesso livello di prestanza fisica e maturazione dei relativamente più anziani (Müller, Müller, Hildebrandt, et al., 2015).
L’influenza dello stato di maturità biologica o età biologia (EB) nel processo di selezione, dovrebbe essere tenuta in considerazione dagli allenatori e dalle varie federazioni nazionali (Müller, Gonaus, et al., 2017; Müller, Hildebrandt, & Raschner, 2017; Müller, Müller, et al., 2016; Müller, Müller, Hildebrandt, et al., 2015; Steidl-Müller et al., 2019), in modo da non trascurare gli atleti a sviluppo tardivo (Müller, Gonaus, et al., 2017; Müller, Hildebrandt, & Raschner, 2017).
Gli atleti nati nei primi tre mesi dell’anno sembrano essere generalmente più alti e più pesanti di quelli nati negli altri trimestri, ciò comporta che anche le caratteristiche antropometriche abbiano un’influenza sul processo di selezione; almeno per quanto riguarda i bambini austriaci (Müller, Müller, Hildebrandt, et al., 2015) e le competizioni internazionali adolescenziali (Müller, Hildebrandt, et al., 2016; Raschner et al., 2012).
Il RAE, oltre ad essere in stretta relazione con lo stato di maturazione biologica e quindi con l’indice di partecipazione, secondo diversi studi va ad influenzare le prestazioni (Müller, Hildebrandt, et al., 2016; Müller, Hildebrandt, & Raschner, 2015; Raschner et al., 2012). In Austria tra i partecipanti della Kids Cup e della Teenager Cup è stata dimostrata un’influenza molto significativa dell’età relativa sulle prestazioni, nella Kids Cup (7-11 anni) addirittura il 35% di chi si era classificato nelle prime tre posizioni era nato nel primo trimestre e solo il 13% nel quarto (Müller, Hildebrandt, & Raschner, 2015)
In linea con questi risultati sono anche lo studio di Raschner et al. (2012) relativo al già citato YOG di Innsbruck del 2012, dove quasi il 30% dei medagliati era nato nel primo trimestre dei due anni della categoria, e lo studio di Müller, Hildebrandt, et al. (2016) alla dodicesima edizione del Winter European Youth Olympic Festival nel 2015 nel quale gli atleti relativamente più anziani avevano la probabilità di vincere una medaglia sette volte superiore ai relativamente più giovani.
In contrasto con questo è lo studio di Bjerke (2017), in cui è stato riscontrato un RAE inverso nei migliori 50 atleti maschi delle varie classifiche assolute di Coppa del Mondo dal 1995 al 2014, riscontrando che in media gli atleti nati verso la fine dell’anno raccolgono più punti di coppa del mondo.
Questo può far ipotizzare che gli atleti che persistono nel tempo possono colmare lo svantaggio iniziale, tuttavia le cause che portano a questa inversione non sono chiare e necessiterebbero di ulteriori studi (Bjerke et al., 2017).
L’effetto di età relativa è stato inoltre messo in relazione agli infortuni in giovani sciatori d’élite, evidenziando, in modo forse non intuitivo, come i relativamente più giovani presentino un minor rischio di lesioni traumatiche rispetto ai relativamente più anziani, probabilmente perché più maturi (Mueller et al., 2017).
Sulla base di quanto evidenziato dai diversi studi riportati in precedenza, tutti sembrano concordare sul fatto che il RAE sia un componente da considerare dagli addetti ai lavori nei processi di selezione e sviluppo del talento, in modo da rendere i processi di selezione stessi più equi per gli atleti relativamente più giovani e non far si che vengano discriminati o esclusi (Müller, Hildebrandt, et al., 2016; Müller, Hildebrandt, & Raschner, 2017; Romann & Fuchslocher, 2014a, 2014b), o che abbandonino l’attività agonistica troppo presto (Müller, Hildebrandt, et al., 2016; Romann & Fuchslocher, 2014b).
Alcuni studi (Müller, Hildebrandt, & Raschner, 2015; Müller, Müller, Kornexl, et al., 2015) definiscono i cambiamenti in oggetto come “imperativi”.