Cortina: non molliamo proprio adesso
Come un fulmine a ciel sereno lo scorso 24 maggio il presidente del Coni, Giovanni Malagò, annuncia in diretta televisiva a “Che tempo che fa”, da Fabio Fazio, che il giorno dopo la Fisi avrebbe chiesto alla Fis di rimandare di un anno i Campionati del mondo di Cortina previsti per febbraio 2021. Una notizia clamorosa e inaspettata, intanto per la location alquanto insolita dell’annuncio (sarebbe forse stato più giusto indire una conferenza e rispondere alle inevitabili domande dei giornalisti) e poi per la tempistica: il 24 di maggio quando il calendario di Coppa del Mondo era già stato in pratica compilato e poi ufficializzato due giorni più tardi; e dunque perché si può gareggiare già a novembre in Coppa e non a febbraio a un mondiale?
Premesso questo e premesso, ovviamente, che la salute di atleti, pubblico e addetti ai lavori va garantita, la situazione è in una fase di stallo. La Fis si è presa fino al prossimo 1 luglio per decidere se accettare o meno il rinvio al 2022. Il presidente federale Flavio Roda ha giustificato la richiesta dicendo che se arrivasse una seconda ondata del virus il prossimo autunno e ci si trovasse nell’impossibilità di dar vita alla manifestazione, sarebbe un disastro dal punto di vista economico e di immagine per l’organizzazione, per la Fondazione Cortina 2021 e per la Fisi stessa. Ecco perché, secondo Roda, la richiesta di rinvio era necessaria.
Però, tale scenario apre una serie di problematiche non di poco conto. Iniziamo dal calendario. La prossima stagione la Coppa del mondo terminerebbe a fine gennaio, salvo poi riprendere per le finali di marzo, costringendo gli atleti a una pausa agonistica di oltre un mese. Mentre nel 2022 ci si troverebbe a disputare Coppa del mondo, Olimpiadi invernali a Pechino nel mese di febbraio e Mondiali a Cortina nel mese di marzo. Una follia. Per vari motivi. Per l’immagine della manifestazione stessa, che verrebbe “cannibalizzata” a livello mediatico dalle Olimpiadi. Per la sicurezza degli atleti, che sarebbero costretti a un tour de force pazzesco di gare e di trasferimenti, con il rischio di veder aumentare gli infortuni. E per lo spettacolo. Si sa che, nonostante la bravura dei nostri a preparare le piste non sia in discussione, il caldo del mese di marzo non è certo amico e la neve ormai primaverile rischierebbe di trasformare le gare in una sorta di lotteria. Atleti di punta costretti a barcamenarsi, soprattutto in slalom, dentro vasche giganti e nella neve marcia. Insomma, uno spettacolo non degno di un Mondiale.
A questo punto qualcuno potrà obiettare che nel 2021 la manifestazione andrebbe disputata a porte chiuse. E’ vero, portare il pubblico sulle tribune sarebbe utopistico, però questo è. Il virus ha sconvolto il mondo intero e anche se far svolgere un evento sportivo senza pubblico fa molta tristezza, troviamo ancor più triste (e sbagliato) decidere lo slittamento di un anno con così tanto anticipo.
Altro aspetto non di poco conto è il danno di immagine arrecato al sistema sci nel suo insieme. Se già a maggio alziamo bandiera bianca dicendo che non ce la sentiamo di organizzare un Mondiale, immaginiamoci cosa passerebbe nelle mente di un turista straniero che volesse venire a sciare sulle Dolomiti. Gli daremmo tanti buoni motivi per andare altrove.
Per non parlare degli sponsor. Perché un investitore dovrebbe sentirsi tranquillo a finanziare una tappa di Coppa del mondo in Italia a dicembre se già abbiamo detto che non vogliamo organizzare il Mondiale a febbraio?
A ciò fanno da sfondo le voci che circolano da un po’, pare che a Cortina si sia indietro con i tempi di realizzazione della nuova viabilità e anche con la realizzazione della pista che dovrebbe ospitare le gare di slalom e che, di conseguenza, lo slittamento di un anno non sarebbe poi male, in quanto consentirebbe di ultimare i lavori. Voci, certo, ma che sommate a tutto il resto rendono il quadro alquanto complicato.
E non sono nemmeno pensabili ulteriori rinvii al 2023 o addirittura al 2024, come ha auspicato, non si sa in base a che cosa, lo slalomista svizzero Daniel Yule. Noi, per essere chiari, stiamo con Federica Brignone, che ha espresso la sua opinione netta fin dall’inizio: fare tutto il possibile per disputare i Mondiali nel 2021, come inizialmente previsto, senza se e senza ma. E nelle ultime ore si è espressa favorevolmente allo svolgimento della rassegna iridata nel prossimo febbraio anche un’altra grande protagonista del Circo Rosa come la tedesca Viktoria Rebensburg. Tra pochi giorni sapremo cosa ne sarà di questi travagliati mondiali, che tanto fanno parlare già molti mesi prima che si apra la stagione, e di sicuro non è un bel parlare. Cortina, dopo quattro tentativi andati in bianco ha ottenuto i mondiali la prima volta che ha corso da sola, e questo è il risultato. Abbiamo ardentemente desiderato la bicicletta, ma ora che la Fis ce l’ha data il mondo dello sci si chiede come mai nessuno più voglia pedalare.
La parola ora passa alla Fis. Atleti e appassionati vogliono il Mondiale nel 2021, la federazione ha bisogno di garanzie economiche nel caso le cose peggiorassero in autunno. Il compromesso non è facile, ma neanche impossibile. Tra 9 giorni tutto sarà chiaro.
Foto: Pagina Facebook Cortina 2021