All’ombra del Cervino
Da Cervinia a Zermatt e ritorno. Un weekend lungo sciando tra le più belle montagne del mondo
Vincenzo Maritati
Sabato, ore 9, Cervinia. Parcheggiamo la macchina e andiamo alla partenza delle cabine per Plan Maison. Oltre alla normale attrezzatura da sci, questa volta abbiamo sulle spalle uno zainetto perché non stiamo facendo la solita sciata in giornata; stiamo partendo per una piccola vacanza.
A Plan Maison lasciamo gli zaini nei pressi dell’ufficio della Scuola di sci e ci lanciamo giù per le piste. Una comoda seggiovia ci permette di scaldarci al sole cominciando da alcune facili piste blu; dopo, risaliamo fino alla zona dello snowpark, dove la vista sul Cervino è fantastica.
Ci teniamo sulla desta su un’invitante pista rossa e arriviamo a Plan Torrette, da dove parte la seggiovia Pancheron; in cima si può scegliere: a destra una rossa con alcuni muri corti e non troppo impegnativi, a sinistra una temibile nera, la nuova Pista nera del Cervino, breve ma intensa, che mette a dura prova anche i più capaci. Sotto ci ricongiungiamo sulla Morene del Furggen; ci troviamo al bordo estremo del comprensorio, nella “Città delle pietre”, lontani da tutti gli altri impianti: così vicini alla Gran Becca che sembra di toccarla.
Per valorizzare la magia di questo luogo, il silenzio e la bellezza dell’ambiente, la pista è stata dedicata allo slow ski, ovvero allo sci lento e contemplativo con soste attrezzate per godere al meglio del panorama.
Riprendiamo la discesa fin giù a Cervinia. Risaliamo a Plan Maison, recuperiamo gli zaini, facciamo uno spuntino e ripartiamo per Cime Bianche e da qui, con la nuova e panoramica funivia, al Plateau Rosà.
Siamo a 3480 metri, sul colle che unisce Italia e Svizzera, pronti a espatriare.
Ore 14, discesa a Zermatt. Restiamo affascinati dal panorama, ma la quota si fa sentire e abbiamo il fiatone anche stando fermi, quindi con calma cominciamo a scendere lungo le facili e larghe piste del Plateau Rosà. Ancora una volta è il Cervino, che ora dovremmo chiamare Matterhorn, ad attrarre la nostra attenzione mostrandoci una nuova versione della sua spettacolare sagoma.
Arriviamo al nodo di impianti di Trockener Steg. Da qui si continua su piste rosse fino a Furgg, dove inizia una nera. Anziché continuare la discesa diretta fino a Zermatt, da Furgg decidiamo di imboccare una deviazione panoramica; con un breve tratto in cabinovia saliamo al balcone dello Schwarzsee, con un albergo-rifugio in bella vista e il laghetto ghiacciato proprio sotto la cresta dell’Hornli, la via normale Svizzera per la salita estiva al Matterhorn.
Ci teniamo sulla sinistra e imbocchiamo una pista che porta alla Stafelalp, fermandoci nei pressi di una scultura di legno per ammirare la grande montagna nel silenzio più totale (in giro non c’è praticamente nessuno).
Riprendiamo a sciare. Ora la pista entra nel bosco e diventa una stradina, con qualche tratto dove bisogna lavorare di racchette. Molti sciatori si fermano nei ristori per concludere la giornata con un una bevuta, mentre noi proseguiamo fino a raggiungere la graziosa frazione di Furi.
La pista di rientro è piuttosto affollata, con stretti passaggi tra le baite, ma sempre bella e divertente. In breve arriviamo in fondo, dove ci aspetta il mitico bus navetta ecologico di Zermatt. Da queste parti, infatti, il trasporto elettrico non è una novità degli ultimi tempi: a Zermatt da decenni possono circolare solo auto elettriche o carrozze trainate dai cavalli, a testimoniare un’attenzione all’ambiente che ha sempre caratterizzato questa località. Con il bus raggiungiamo la stazione nel centro di Zermatt. Dove si trova il nostro albergo
Ore 21, Zermatt by night. Dopo una doccia e un’ottima cena, usciamo a fare due passi. Tra le caratteristiche case in legno e pietra tipicamente walser e gli alberghi carichi di storia, una serie di ricche vetrine attraggono la nostra attenzione. Si va dai negozi di articoli sportivi, con il meglio delle attrezzature e dell’abbigliamento tecnico, alle orologerie e gioiellerie di lusso, alle più famose griffe della moda, ai prodotti alimentari di qualità e a tutto quanto ci si aspetta di trovare in Svizzera, a cominciare dalla cioccolata, dai coltellini e dagli orologi a cucù.
I negozi a quest’ora sono chiusi, ma è divertente ammirare vetrine dove tutto è presentato con grande gusto e con invenzioni creative tipiche di una località alla moda come Zermatt. A fianco di molti ristoranti, di tutti i tipi, diversi locali animano la notte, con tanti giovani lungo le strade. Inevitabilmente, anche nelle ore più buie, lo sguardo va a cercare la sagoma del Cervino che, silenzioso, domina il paese dall’alto.
Domenica ore 9, Sunnegga. Si parte senza zaini per una giornata sulle piste del Sunnegga. Abbiamo la fortuna di incappare in una delle più belle giornate degli ultimi anni, con un sole splendido e la temperatura perfetta.
La funicolare del Sunnegga, completamente rinnovata e inaugurata pochi mesi prima, ci porta rapidamente sulle piste rosse e blu, larghe e completamente al sole, di questo comprensorio. Ancora una volta il protagonista è il Matterhorn, che si mostra nella sua versione più ardita ed elegante. Sciamo praticamente su tutte le piste che si sviluppano a partire dal punto più alto, il Rothorn, a 3103 metri, un punto panoramico su tutte le cime e gli imponenti ghiacciai del Gruppo del Monte Rosa e del Cervino.
Un ristorante con la terrazza al sole invita alla sosta e mentre ci abbronziamo durante una pausa pensiamo come sarebbe bello salire qui nelle notti di luna piena, quando vengono organizzate cene con discesa al chiaro di luna, peraltro a un prezzo più che abbordabile.
Riprendiamo il nostro percorso e proprio sulla morena del ghiacciaio, lungo la pista Rotweng, scopriamo un altro caratteristico rifugio, la Fluhalp, dove i ragazzi si fermano a mangiare o a bere una birra ascoltando una band che suona dal vivo dell’ottima musica. Completiamo l’esplorazione della zona salendo all’Hohtalli e allo Stockhorn, zona esposta a nord, caratterizzate da lunghe nere, discese segnate ma non battute, che richiedono una buona tecnica. Infine, passiamo da Findeln, un tranquillo versante soleggiato punteggiato di baite e di ristorantini, per tornare poi a Sunnegga, dove imbocchiamo la pista di rientro.
Nella parte finale percorriamo una stradina che termina in corrispondenza di alcuni grandi ascensori che ci riportano nella stazione a valle della funicolare, da dove siamo partiti la mattina. Appena fuori, puntuale troviamo il nostro bus elettrico.
Ore 18, shopping e museo. Dopo lo shopping nei negozi visti la sera prima lungo la Bahnhofstrasse, visitiamo lo Zermatlantis, il museo del Cervino, un’esposizione che ripercorre l’evoluzione del turismo a Zermatt, con tanto di ricostruzione degli ambienti tipici, come la casa con la stalla e il fienile, la chiesa, la casa delle guide, l’albergo. Molti i reperti. Tra tutti spicca la corda spezzata della tragedia durante la prima salita del Cervino, le postazioni interattive e i filmati, da quelli storici fino alla documentazione della costruzione della modernissima Monte Rosa Hutte, probabilmente il rifugio più moderno e tecnologico delle Alpi.
E’ ora di cena e non possiamo lasciare Zermatt senza provare la tipica raclette nel classico abbinamento con il Fendant, un vino bianco del Vallese.
Prima di andare a dormire ci informiamo sulle previsioni meteo per l’indomani. Non vogliamo rischiare che il vento provochi la chiusura degli impianti in quota e quindi del collegamento internazionale con Cervinia. Ci assicurano che, almeno fino alle 12, il tempo sarà buono, poi è previsto un peggioramento.
Lunedì ore 9.12, treno per Gornergrat. Con i nostri zaini al seguito partiamo con il trenino del Gornergrat, uno dei più famosi treni a cremagliera del mondo, nonché il più confortevole degli impianti di risalita. Al caldo, comodamente seduti, vediamo sfilare dal finestrino le belle case di Zermatt, le frazioni nel bosco, gli alberghi in quota di Riffelalp e Riffelberg in un paesaggio via via sempre più bianco, dominato dalle grandi montagne. Nell’ultimo tratto si costeggiamo le piste e già pregustiamo il piacere della discesa. Alle 9,41 arriviamo al Gornergrat e sul piazzale della stazione rimaniamo incantati a guardare il panorama; lasciamo partire gli altri sciatori finché non rimaniamo soli e ci avviamo sulla pista tutta per noi.
La discesa merita davvero. Si percorre una pista lunghissima, prima blu e poi rossa. Scendiamo tutto d’un fiato fino a Furi, resistiamo alla tentazione di risalire al Gornergrat e proseguiamo verso la nostra meta con una telecabina che ci porta al Trockener Steg. Il tempo, come previsto, sta peggiorando, ma la funivia per il Piccolo Cervino, ora denominato Matterhorn Glacier Paradise, parte regolarmente.
La funivia più alta d’Europa ci deposita a quota di 3883 metri, ora siamo sicuri di poter rientrare sciando a Cervinia e ci rilassiamo andando a vedere il panorama dalla piattaforma sulla vetta del Klein Matterhorn. I
l panorama è spaziale. Spira però un vento gelido che ci convince a fare una sosta nel modernissimo bar ristorante, prima di lanciarci verso valle. Ripartiamo sulle piste dello sci estivo disegnate sul ghiacciaio tra enormi crepacci (vietato uscire dai tracciati!) e in breve siamo al Plateau Rosà, pronti a rientrare in Italia.
A questo punto abbiamo l’imbarazzo della scelta: la Reine Blanche, 22 chilometri fino a Valtournenche con più di 2000 metri di dislivello, oppure il Ventina, una delle più belle piste delle Alpi?
Nel dubbio optiamo per… entrambe. E così scendiamo a Valtournanche e poi risaliamo a fare il Ventina, una discesa entusiasmante, con un panorama che spazia fino al Monte Bianco e un mare di nuvole che copre il fondovalle, giusto per chiudere in bellezza.
Cosa portare
Per un’escursione come questa, che prevede uno o più pernottamenti, occorre portarsi un piccolo zaino con poche cose essenziali. Oltre alla normale attrezzatura e all’abbigliamento da sci (tenete presente che si superano più volte i 3000 metri e può fare veramente freddo), bisogna prevedere un paio di scarpe invernali (non i doposci, troppo ingombranti), creme protettive e guanti di riserva, un completo “civile” per l’albergo e per uscire la sera, un paio di ciabatte di stoffa. Ogni categoria di albergo o pensione fornisce biancheria e asciugamani. Per pranzi, cene, spuntini e bevande si possono utilizzare i numerosi ristoranti e rifugi in paese e sulle piste. Per la Svizzera può essere utile cambiare qualche Franco anche se l’Euro e le Carte di credito sono accettate quasi ovunque. Non dimenticare il documento per l’espatrio, la tessera sanitaria, una piantina delle piste e la fotocamera.