Alexis Pinturault: scusate il ritardo
La inseguiva da tanto, troppo tempo, alla fine, con un po’ di fortuna ma anche con molti meriti suoi, è arrivata la vittoria nella classifica generale di Coppa del Mondo per Alexis Pinturault. Verrebbe da dire, per citare il film di Massimo Troisi, “Scusate il ritardo”. Sì perché fin da quando vinse il gigante dei mondiali juniores del 2009, trionfo ripetuto nel 2011, tutti conoscevano bene le sue qualità e anche le sue ambizioni di polivalenza.
Ha esordito in Coppa del Mondo nel gigante di Are del 13 marzo 2009 proprio in virtù del suo titolo iridato junior. Nel 2011 domina la classifica generale di Coppa Europa e anche quella di gigante con 9 podi di cui 5 vittorie, e il 5 marzo dello stesso anno arriva il primo podio in Coppa del Mondo, il secondo posto nel gigante di Kranjska Gora. Più predestinato di così: il futuro sembra tutto suo, e invece, un po’ per mancanza di continuità all’interno di un inverno agonistico e un po’ perché si trova davanti un certo Hirscher, molto più solido di lui psicologicamente, e malgrado l’austriaco gareggi costantemente in due sole specialità, Alexis deve continuamente inchinarglisi, fino al ritiro di Marcel di un anno e mezzo fa.
Nonostante tutto, Pinturault continua a inanellare vittorie: a oggi sono 34 in Coppa del Mondo e da dieci stagioni consecutive non manca mai l’appuntamento col successo, e ne ha ottenuti in sei format di gara diversi: gigante (18), slalom (3), superG (1), city event (1), gigante parallelo (1) e combinata (10), a tutti gli effetti la sua gara preferita, o quantomeno quella tagliata più su misura per lui, di cui ha conquistato ben 4 coppette di specialità e il titolo mondiale nel 2019. Eppure, nei momenti decisivi della stagione, Hirscher spicca sempre il volo e lui rimane al palo.
La stessa cosa, a braccetto con Henrik Kristoffersen, è accaduta la scorsa stagione a favore di Aleksander Aamodt Kilde, e stava per succedere anche quest’anno a favore di Marco Odermatt. A gennaio la coppa sembrava stravinta, complice anche l’infortunio di Kilde, poi il giovane svizzero, altro predestinato, gli si è avvicinato a soli 31 punti. Ma a questo punto la sorte ha finalmente sorriso ad Alexis, sotto forma della cancellazione della discesa e del superG delle finali di Lenzerheide, ma poi Pintu ci ha anche messo del suo vincendo il gigante di sabato scorso, 20 marzo, proprio il giorno del suo 30° compleanno, che gli è valso l’allungo decisivo su Odermatt e la conquista matematica della tanto sospirata Coppa generale, 24 anni dopo quella vinta dall’ultimo francese, Luc Alphand, oltre a quella altrettanto sospirata di gigante. Una vittoria meritata, non foss’altro perché ha vinto più gare di tutti, cinque.
E’ vero che durante una singola stagione Pinturault non è mai stato un mostro di continuità, ma è anche vero che alla fine dell’anno è sempre coi migliori: dal 2012 arriva nel primi dieci della generale e in sei occasioni è finito tra i primi tre. Francamente sarebbe stata un’ingiustizia se un campione ultracompleto come lui avesse chiuso la carriera senza questo trofeo, per conquistare il quale ha lavorato molto duramente, di fatto allenandosi da anni con un suo team privato che però ha il sostegno della federsci francese e del quale una delle anime è la moglie Romane, con cui fa coppia fin dai tempi della scuola e che gli fa da ufficio stampa e da sostegno nei momenti difficili. Un antidivo e una bravissima persona, che chi scrive ha avuto la fortuna di incontrare e di intervistare nel 2014, quando era già uno dei big dello sci alpino, e che avrebbe meritato di vincere ancora di più di quello che ha vinto.
Foto: Colmar Pentaphoto