Alex Vinatzer: il signor slalom
21 anni, di Selva di Valgardena, ha un fisico potente e fa parte della generazione dei giganti delle porte strette, come Noël, Yule, Zenhäusern. Su di lui la nostra Federazione ha riposto grandi aspettative e quest’anno Alex ha già avuto qualche acuto, come il terzo posto di Zagabria. «E’ molto veloce, ma deve guadagnare in continuità, non fare errori», ha detto il tecnico Jacques Theolier di Andrea Cappelletti
Alex Vinatzer viene indicato dai tecnici come il nuovo talento dello sci azzurro e da qualche anno, infatti, la Federazione punta forte su di lui. Almeno in apparenza tranquillo, pare non subire troppo le pressioni esterne, i media che gli hanno puntato i fari addosso, prima per le Olimpiadi del 2018, poi per il suo primo podio di Coppa. Sin da ragazzino aveva deciso di provare a diventare un campione e sembra determinato nel volerci riuscire.
Raccontaci la tua storia e di come hai iniziato a sciare…
«Sono della Valgardena, i miei genitori sono albergatori e ho cominciato a sciare con i corsi Fisi, intorno ai 3 anni. Da noi si inizia a quell’età. Crescendo mi piaceva sempre di più e avevo anche dei bei risultati. Così ho deciso di provare a diventare uno sciatore: finite le scuole medie sono andato in Austria, a Stams (uno dei migliori ski-college esistenti). Una scelta di cui sono molto contento. La scuola dava tanta importanza allo sport, quindi le assenze dai banchi quanto ero in giro a far gare non erano un problema. In autunno, primavera ed estate c’era tanta scuola, in inverno meno. Come metodo di lavoro, in Austria non ho trovato grandi differenze. Oltre agli allenatori, anche quasi tutti i compagni di corso erano austriaci, ma in stanza eravamo tre italiani e uno svizzero. Per un periodo ho avuto anche un allenatore privato dello sci club di casa, che mi ha seguito dopo il primo anno Fis e fino a quando sono entrato in squadra (nazionale)».
A proposito di squadra, come ti trovi e con chi vai più d’accordo?
«Sicuramente siamo una bella squadra. Mi trovo bene con tutti e sono super contento del nostro gruppo; insieme ci divertiamo. Il più esperto è, o era, Manni (Manfred Moelgg, ndr), che sfortunatamente si è fatto male. Sabo (Stefano) Gross e Giuliano Razzoli hanno anche loro parecchia esperienza. Vado anche molto d’accordo con i due allenatori del team, Jacques Theolier e Stefano Costazza».
La Federazione ha creduto molto in te, sei stato convocato anche ai Giochi Olimpici in Corea, a 18 anni. Che esperienza è stata e cosa ci dici dei prossimi grandi impegni in Italia?
«Sicuramente è stata una sorpresa anche per me, non me l’aspettavo. Non ero quello con i migliori risultati, c’erano altri davanti a me, però i tecnici volevano farmi fare esperienza. E mi hanno convocato. Questo è stato positivo, mi ha aiutato. Ma vedrò solo in futuro se rientrerò nel contingente del 2022, se l’esperienza avrà pagato. I grandi appuntamenti di Cortina, Finali e Mondiali, sono ormai prossimi. La pista di slalom è molto bella, valida. Ci siamo allenati lì a gennaio, dopo Wengen e prima di Kitzbühel. Mi era piaciuta anche in gara, ai campionati italiani dello scorso anno. So però che ci saranno alcune modifiche. Per il 2026 le prove maschili saranno a Bormio (per i Giochi Olimpici di Milano-Cortina), ma è ancora prematuro parlarne».
Vai più forte in gara o in allenamento? Ci sono per te differenze o il tuo rendimento è simile?
«In slalom, tra allenamento e gara non ci sono differenze. Il mio rendimento è di solito 1 a 1. In gigante, invece, vado più forte in gara. Mi piacciono tutte e due le discipline, non vorrei diventare uno slalomista puro, ma un ambivalente. In prospettiva vorrei farle bene entrambe, ma ci vorrà qualche stagione per vedere come riuscirò a gestirne due. Ora c’è troppo poco tempo: riuscirei a fare gare Fis di gigante, ma le gare di Coppa Europa sono spesso in concomitanza con gli slalom di Coppa del mondo e la priorità ora va a quella».
Tra le varie località che vedi in Coppa e in altre trasferte, come collochi la tua Valgardena?
«Giro tanto e posso dire che se non è il posto più bello in assoluto per andare a sciare, è tra i più belli in generale. C’è di tutto: le infrastrutture, begli alberghi, si mangia bene dappertutto, le piste sono stupende, così come le montagne. Si possono fare delle camminate, anche d’estate è un posto bellissimo. Mi fa molto piacere essere ambassador della Valgardena, ovviamente. Ma per questo non mi serve dire bugie o abbellire il racconto: quando ne parlo bene sono sincero, non potrei trovare proprio niente di negativo da dire sulle mie valli».
Hai accennato all’estate. Cosa ti piace fare lontano dalle piste? Pare tu sia appassionato di ping pong.
«Sì, gioco a ping pong. Sennò mi alleno, mattina e pomeriggio, sei giorni a settimana. Per il resto passo del tempo con gli amici. Vivo in montagna, in una baita, mi godo la natura».
Il palmares
1 podio in Coppa del mondo
1 Medaglia d’oro ai Campionati del mondo Junior, Val di Fassa 2019 (Slalom)
1 Medaglia di bronzo Campionati del mondo, Åre 2019 (Team Event)
Qualcosa di Alex
– Alex Vinatzer è nato il 22 settembre 1999 a Bolzano, vive a Selva di Valgardena, ha un fratello maggiore Mattia (22 anni) e uno minore, Ivan (9 anni). Ha iniziato a sciare molto presto, come spesso capita a chi vive in montagna, ma i suoi genitori non sono maestri di sci o ex-atleti.
– È cresciuto guardando Bode Miller, di cui apprezzava l’estrosità. Ma “lo sciatore perfetto non c’è. Ci sono più sciatori che mi piacciono. Ognuno ha qualcosa che fa meglio di altri. Bisogna cercare questo meglio di ciascuno e metterlo insieme”, ci ha raccontato.
– Si cimenta principalmente tra le porte strette, dove finora ha ottenuto i migliori risultati. Fa parte della nuova generazione di slalomisti dal fisico possente (Noël, Yule, Zenhäusern): è alto 1 metro e 90 centimetri. Vuole portare avanti anche il gigante, ma per ora non si immagina un futuro da velocista, come il conterraneo Dominik Paris, o un polivalente.
– Nella stagione 2017/18 ha debuttato in Coppa del mondo a Levi, ma è stato schierato principalmente in Coppa Europa. Ha vinto l’argento ai Mondiali Junior e ha partecipato ai Giochi Olimpici Invernali, come scelta tecnica della Federazione. Dallo scorso anno è impegnato a tempo pieno in Coppa del mondo. Ha ottenuto i suoi primi punti a dicembre 2018, a Saalbach (16esimo), mentre a gennaio 2020 ha conquistato il suo primo podio, a Zagabria, dove ha chiuso in terza posizione.
– La sua migliore dote sugli sci? “Secondo me sono la spinta in curva e le linee. La spinta è sicuramente qualcosa su cui abbiamo lavorato tanto negli ultimi anni, e con questa le linee risultano più strette”, ci ha spiegato. Il suo tecnico Theolier pensa che sia “davvero molto veloce. Deve solo guadagnare in continuità, non fare errori”.