Al di là del Danubio
Avete mai pensato all’est Europa? Lì scoprirete un mondo nuovo e interessante, fatto di comprensori niente male, di ottime strutture alberghiere, di buon cibo e di prezzi super convenienti. Bulgaria, Polonia ma anche Romania, Slovacchia e Repubblica Ceca non sono poi così lontane come si potrebbe pensare… di Luca Steffenoni
In principio fu un papa. Proprio così. Chi avrebbe mai detto che un pontefice sapesse sciare? Chi si sarebbe aspettato di vederlo con un’austera giacca a vento nera o un sobrio completo bianco, calcare le nevi dell’Adamello e del Gran Sasso? Con una discreta disinvoltura tecnica, per giunta, e con la sicura benevolenza del Dio dei monti. Eppure era proprio così, il polacco Karol Wojtyla si era presentato al mondo occidentale come uno sportivo, amante della neve e delle discese.
Ci avevano messo poco i vaticanisti più curiosi a scovare le foto di un giovane prete con gli scarponi di cuoio e gli sci in legno scattate a Zakopane tra il 1955 e il 1960. Dunque in Polonia si poteva sciare? Interessante prospettiva. Rivelatasi ancora più interessante allorché la caduta della cortina di ferro aveva svelato a tutti i giramondo uno scenario di montagne imbiancate.
Dopo il papa vennero le zingarate degli anni ’90. Gruppi di giovani sciatori e snowboardisti europei che a bordo di pulmini un po’ scassati affrontavano le autostrade dell’est alla ricerca di spot a basso costo e belle ragazze. Infine, è storia dei nostri giorni, sono arrivati i voli low cost, le settimane all inclusive, le tante opportunità offerte dalle agenzie viaggi verso destinazioni esotiche dove si possa sciare con tutta la famiglia senza dover aprire un mutuo in banca.
Oggi la porta dell’est è definitivamente spalancata e mostra panorami piuttosto interessanti. Mentre russi, polacchi, ungheresi, bulgari e rumeni vengono da noi portando innegabili benefici economici e qualche problema di sovraffollamento delle piste, noi andiamo a trovarli a casa loro, attratti dalla novità, dai prezzi competitivi e dalla loro ottima ospitalità.
Certo, gli Urali, i Carpazi o i Sudeti raramente posseggono altezze e fascino delle cime nostrane, ma dove la natura ha lesinato un po’ sono intervenuti gli ambiziosi investitori locali guidati dalla voglia di scalare in fretta le vette del turismo invernale europeo.
Allora, allacciamo le cinture e partiamo anche noi per un lungo tour che sarà sicuramente ricco di piacevoli sorprese.
Alla fiera dell’est
In ricordo del papa sciatore atterriamo nel moderno aeroporto di Cracovia guardandoci attorno prima di scegliere uno dei tanti bus che ci porterà direttamente sulle piste. Le mete finali sono numerose, almeno quanto i servizi di trasferimento; l’unica difficoltà per sciare in Polonia sembra essere il districarsi nell’abboffata di consonanti che la lingua locale ci propone.
Se guardiamo ai numeri, l’antica Slesia sembra fatta per sorprenderci. Il paese di Copernico offre 500 chilometri di piste, servite da 690 impianti di risalita, distribuiti su 259 comprensori. Niente male. L’altezza delle montagne non è particolarmente elevata, ma il clima e l’abbondanza di impianti di innevamento artificiale garantiscono neve e divertimento in abbondanza. Se riusciamo a pronunciarne il nome potremmo optare per l’area di Szczyrk, nella Polonia del sud, a due ore di auto da Cracovia.
E’ il più grande comprensorio della regione e raggruppa le stazioni di Solisko, Czyrna, Salmpol e Bielslko tra le quali è possibile scorrazzare grazie a efficienti servizi navetta, spaziando tra una quarantina di chilometri di piste ben battute. Qui troviamo cabinovie, seggiovie e skilift di ultima generazione, con tariffe giornaliere per gli adulti che non superano i 23 euro e pacchetti famiglia che abbassano ulteriormente i prezzi.
Indubbiamente il Voivodato della Slesia, come si chiama l’unità amministrativa della zona, non offre il panorama montano delle Dolomiti, ma sapendosi accontentare si può godere di una dotazione di confortevoli alberghi, di un’accoglienza di prim’ordine e della possibilità di aggiungere alla nostra settimana bianca un salto nella splendida Cracovia.
Se siamo in vena di scioglilingua e se i trentatré trentini trotterellanti ci fanno un baffo, a poca distanza da Szczyrk possiamo trovare la secondo area sciistica più vasta della Polonia. Si tratta del distretto di Białka Tatrzańska, Kotelnica, Kaniówka, Bania, sui monti Tatra. Molto apprezzata dai polacchi, ma anche dai turisti inglesi e tedeschi, somma 18 chilometri di larghissime piste che si dipanano da un panettone posto tra i 680 e i 910 metri di altitudine.
Sembra basso eppure qui, durante la lunga stagione invernale, si scia e soprattutto si nella polvere in mezzo ai boschi. Diciannove gli impianti di risalita che servono piste prive di difficoltà. Una località adatta ai bambin e ai principianti che ha grande successo per i suoi allegri bar nella neve, per le terme di Bania raggiungibili sci ai piedi e per i suoi bassi costi di alloggiamento e skipass.
Rimanendo a ridosso del confine con la Slovacchia, incrociamo il fiore all’occhiello della Polonia sciistica: Zakopane. La sua fama non deriva tanto dalle montagne o dalla qualità delle piste, quanto dalla sua storia e dalla sua offerta. Qui si sciava già nei primi del Novecento e al netto delle tante tragedie storiche che hanno accompagnato questa disgraziata terra, Zakopane è sempre stato un luogo di turismo d’élite. Una sorta di St. Moritz dei Carpazi, favorita dalla vicinanza con l’aeroporto di Katovice, votata fin dalla nascita alla vita mondana prima che sportiva.
In paese ci si muove solo a piedi o con la slitta trainata dai cavalli, in uno scenario di abeti imbiancati, di magnifici alberghi, prestigiosi chalet, di ricchissimi negozi, di Après-ski pieni di musica e allegria. Basti pensare che Krupowki, la strada che attraversa il paese, sulla quale si affacciano una miriade di gallerie d’arte, di negozi di artigianato di lusso, di caffè e di teatri, è considerata tra le cinque vie più belle di tutta la Polonia.
Non c’è settimana che non offra motivo per far festa, per ballare al ritmo dei tanti musicisti che qui fanno tappa, per ammirare sfilate di auto d’epoca, per assistere a campionati di salto, di pattinaggio, di curling o di sci da discesa.
E se le piste sono quelle che sono, pazienza, non si viene da queste parti per diventare come Hirscher. Zakopane è il centro di una grande ski area, con molteplici spot indipendenti in grado di offrire al turista una cinquantina di impianti di risalita di buon livello. Chi cerca le pendenze alpine, o qualcosa che le possa ricordare, può optare per Kasprowy Wierch con i suoi 15 chilometri di piste e una cima che arriva a 2.000 metri di altitudine. Più morbide e limitate le piste di Szymoszkowa, diventata ormai una frazione di Zakopane, che propone due seggiovie e una cabinovia con piste rosse e blu illuminate anche di notte.
C’è da segnalare che tutta la Polonia sciistica è in grande espansione e a ogni stagione viene proposto qualche cosa di nuovo. Zakopane non fa eccezione e si sta rapidamente espandendo verso sud, a Nosal . Bystre, sulle cui facili piste tanti giovani snowboardisti e acrobatici freerider si danno appuntamento all’insegna della musica, dello sport e di parecchi boccali di bionda e fresca piwo, l’ottima birra che qui non manca mai.
Sciare nei Carpazi
Se attraversiamo la catena montuosa dei Carpazi e ci affacciamo sulla Slovacchia, tra scoscese vallate nelle quali cavalca l’anima di Attila re degli Unni, troveremo altre perle nascoste del turismo invernale. Ancora una volta la lingua locale non ci aiuta, ma possiamo provare a cercare sulla carta geografica la cittadina di Demänovská Dolina, punto di partenza per le piste del comprensorio Jasná Nízke Tatry – Chopok. Qui le cose si fanno serie e a noi viziati sciatori dell’Europa occidentale non resta che mettere da parte ogni residua perplessità.
Dalla stagione 2012/2013, il comprensorio di Jasná ha riunito i due versanti nord e sud collegandoli con moderne cabinovie. L’investimento è stato pari a 50 milioni di euro, ma è stato ripagato dall’ingresso di quest’area nelle top five delle zone più ambite di tutto l’est europeo. Al momento attuale e in previsione di nuovi ammodernamenti, i numeri parlano di quasi 50 chilomeri di piste per un dislivello che va dai 900 metri ai 2000, pronto a soddisfare ogni esigenza.
Ventidue impianti di risalita, innevamento artificiale garantito, snowpark, noleggi con materiale top, sci e slittino notturno. Non basta? Allora aggiungiamo ottimi percorsi freeride, piste per snowbike, motoslitte in affitto, una pista da bob, un’area per sciare e volare con lo ski kite e una dedicata allo skifox, una specie di seggiolina monopattino montata su uno sci che da queste parti va per la maggiore, con gran soddisfazione degli ortopedici locali.
Ogni medaglia ha però il suo rovescio. Jasná non è una località low cost. Il giornaliero costa ben 60 euro per gli adulti e 37 per i più giovani.
Cerchiamo qualche cosa di più economico? Il miglior rapporto costo-beneficio lo troviamo a circa un’ora di macchina da Jasná, a Donovaly, nella regione di Banská Bystrica. Le montagne sono un po’ più basse, ma dispongono di 11 chilometri di rispettabili piste rosse, servite da 16 impianti di risalita. Il tutto a prezzi veramente competitivi, 16 euro il giornaliero.
Sciare nella Mitteleuropa
Il principale difetto della Slovacchia sciistica, almeno per i patiti dello struscio nelle vie cittadine, è la sua lontananza da Bratislava. Se vogliamo unire le visite culturali alle gioie della natura dobbiamo cambiare meta, imbarcarci su un aereo, ovviamente low cost, e atterrare a Václav Havel, l’aeroporto della splendida Praga. A solo un’ora di autostrada dalla capitale della Repubblica Ceca e a poca distanza dal confine con la Germania, si trova Ještěd-Liberec, un resort particolarmente apprezzato in virtù della sua posizione geografica.
Una funivia sale ai 1000 metri di altitudine della cima più alta, punto di partenza di una decina di chilometri di ampie e agevoli piste rosse, servite da numerose seggiovie e skilift. Non si tratta certo di una località di alta quota, eppure le correnti fredde che scendono dal nord scontrandosi con l’aria calda e umida della piana ceca garantiscono abbondanti precipitazioni nevose. Il basso costo dello skipass e degli alberghi della zona, l’ottimo livello dei servizi destinati soprattutto ai più piccoli e alle famiglie, l’apprezzata pista notturna e il calore dei cechi rendono Ještěd un luogo sempre affollato di turisti e di amanti della montagna.
La Repubblica Ceca vanta un’infinità di possibilità per chi voglia passare una settimana all’insegna degli sport invernali. Elencarle tutte sarebbe ovviamente impossibile. Limitiamoci a visitare lo spot più famoso, quello di Špindlerův Mlýn, una delle località sciistiche più visitate del paese, sulle cui discese si tengono tutte le competizioni valide per il circuito Fis, comprese ovviamente Coppa del mondo, Coppa Europa e Assoluti. Siamo 150 chilometri a nord di Praga, ai piedi dei Monti dei Giganti, in una zona paesaggisticamente protetta, dichiarata recentemente riserva della biosfera e patrimonio dell’Unesco. Sciisticamente si tratta di un ampio comprensorio che unisce Špindlerův Mlýn alle località di Horní Mísečky, di Labská, Svatý Petr e di Bedřichov.
Una trentina di chilometri di piste distribuiti tra panoramiche rosse e i tre chilometri della prestigiosa nera di San Pietro (Svatý Petr), per 17 impianti di risalita al costo di 40 euro giornalieri. Tre snowpark e 85 chilometri di pista per il fondo completano la dotazione di questa interessante area.
Sciare tra i castelli della Transylvania
Dopo tutto questo girovagare, non vi è venuta fame? Che ne direste di un bello stinco di maiale con tanto di patate al forno e un buon bicchierino di Pálinka, una specie di grappa aromatica al giusto grado alcolico? Spingiamoci ancora più a est, destinazione Romania. Non dimentichiamo però sci e scarponi.
A 140 chilometri a nord di Bucarest, tra i boschi e i picchi della Transylvania, troviamo la suggestiva cittadina di Sinaia con il suo castello, un grande monastero e i suoi ricchi palazzi di chiara impronta mitteleuropea. Difficilmente incontreremo il fantasma del conte Dracula, ma prendendo due funivie che ci porteranno fino ai 2090 metri potremo divertirci lo stesso, affrontando i 18 chilometri di piste dei Monti Bucegi, nel parco naturale omonimo. Si tratta di una ski area piuttosto impegnativa per gli standard locali, con 3 chilometri di pista nera omologata Fis, dove ogni anno si svolge una combattuta discesa libera.
Quando pensiamo alla Romania il nostro immaginario va al verde dei boschi, alle suggestioni esotiche del mar Nero, non certo agli sport invernali. Ancora una volta sbagliamo. Con un centinaio di località sciistiche e un’ampia offerta di confortevoli alberghi, zone termali e moderni impianti di risalita, il Paese è ormai una solida certezza nel panorama sciistico dell’est.
A 50 chilometri a nord di Sinaia, troviamo la cittadina di Brasov, posta ai piedi del massiccio di Postavarul. Anche qui si è investito nello sci da discesa sfruttando il pendio che dalla cima, a 1800 metri, scende con notevole pendenza nella località di Poiana Brasov. Le piste che si moltiplicano a ogni stagione, coprono al momento una ventina di chilometri, con una netta prevalenza di quelle classificate, secondo gli standard locali, nere. Una decina gli impianti di risalita e molti i cocktail alcolici serviti nei rifugi, con nomi che rievocano il sangue caro al voivoda Vlad Tepes III°, detto Dracul, in arte Dracula. Del resto siamo a soli 23 chilometri dal castello di Bran, nel cuore della Transylvania, additato come dimora del famoso personaggio.
Il castello, tra una sciata e l’altra, vale una visita, soprassedendo magari sulla veridicità della sua sinistra fama, considerando che persino a Napoli, nel chiostro della chiesa di Santa Maria la Nova, si rivendica il passaggio e la sepoltura del principe di Valacchia. Quel che è certo è che a Poiana Brasov, grazie alle correnti fredde che giungono dalla Russia, la neve non manca, il panorama è suggestivo, gli alberghi di buon livello e i costi estremamente competitivi. Vale la pena farci un pensierino.
Tra oriente e occidente
Se la gita in Romania vi è piaciuta, ma vi sentite inesorabilmente attratti verso il sud e le vostre origini mediterranee iniziano a farsi sentire, l’est europeo può regalarvi altre emozioni. La proposta dell’anno è indubbiamente la Bulgaria. Proprio così! Si può sciare sospesi tra occidente e oriente, a due ore di auto dalle taverne affacciate sul mar Egeo e a un’ora e mezza dalle cattedrali ortodosse di Sofia.
Per chi ha dimestichezza con la coppa del Mondo di discesa, questa non è più una novità e Bansko, con i suoi sessanta chilometri di piste, tra le quali svetta quella omologata Fis e dedicata al nostro Alberto Tomba, è ormai una realtà del pazzo mondo della neve. Le centinaia di persone, tra atleti, tecnici, preparatori e giornalisti che seguono la carovana del Circo bianco, hanno riportato notizie più che positive su questa località situata nel parco nazionale del Pirin, ai piedi del monte Todorka.
Si tratta di un comprensorio vasto e con piste larghissime, servite da 12 impianti di risalita, assai invidiato dai vicini per i suoi illimitati percorsi freeride e per la sua ricca vegetazione boschiva. E’ anche la zona più recente nel panorama della Bulgaria sciistica, con un’atmosfera frizzante che alimenta generosi investimenti, spesso provenienti dalla vicina area del Mar Nero, indirizzati verso nuove strutture alberghiere e di servizio.
Per chi predilige atmosfere più tradizionali e vagamente retrò, la località giusta è Borovets a soli settanta chilometri dalla capitale Sofia. Questa bella cittadina posta a 1350 metri è considerata la capostipite delle località sciistiche nazionali, con una storia prestigiosa che affonda le sue radici nei primi del Novecento quando i sovrani e i nobili bulgari si dedicavano alla caccia, all’alpinismo e alle discese dai pendii del Monte Mussala, alto quasi 3000 metri. Da allora, nonostante due guerre e la lunga occupazione sovietica, Borovets non hai mai perso il proprio fascino, fatto di grandi alberghi, di natura incontaminata, di un clima estremamente favorevole, di boschi di abeti e di betulle e di cascate che scendono nelle strette vallate e si trasformano in inverno in magici castelli di ghiaccio.
Insomma, siete pronti a partire?