A tu per tu con le Pale
Tre giorni di sci sotto le cime dolomitiche più belle, a San Martino di Castrozza, tra piste uniche, malghe golose, altopiani immacolati. Sempre con lo sguardo rivolto a queste affascinanti montagne di Chiara Todesco
Difficile fare una pista tutta d’un fiato a San Martino di Castrozza: a ogni curva la tentazione di fermarsi, guardarsi attorno e scattare una foto è tanta. Sì, perché nessuno riesce a resistere al fascino delle Pale. Cimon de La Pala, Saas Maor, Cima Canali, Cima della Madonna, Rosetta. Montagne che hanno incantato pittori, artisti e che emozionano sempre, ogni volta che si ha la fortuna di trascorrervi qualche giorno.
A dare il benvenuto in questo angolo di Trentino dove comanda la natura sono i cervi. Se si raggiunge San Martino di Castrozza dalla Val di Fiemme si entra poco dopo nella zona protetta del Parco e mentre si sale la strada che porta al Passo Rolle, che scorre dolce in mezzo agli abeti, capita di incontrarli. Sono lì accanto, a pochi metri da noi, a ricordarci che siamo a casa loro. È questa la prima di tante emozioni.
Primo giorno: piste divertenti e soste golose
Per cominciare a scoprire il comprensorio a ridosso delle Pale si parte dalla zona di Malga Ces, che ci introduce al tour del Carosello delle Malghe. Qui dalla scorsa stagione invernale è in funzione la nuova cabinovia Colbricon Express, che serve l’area di Ces accorciando molto i tempi di risalita dalla zona Interski alla Valbonetta, permettendo di spostarsi con rapidità sui 45 chilometri che caratterizzano questo tour goloso.
Da quest’inverno, poi, è entrata in funzione anche la nuova seggiovia Leitner (prima opera di ammodernamento del collegamento Ces-Tognola): l’impianto parte dalla stazione a valle della seggiovia Rododendro e arriva più in alto rispetto alla vecchia sciovia, a ridosso della seggiovia Cima Tognola, a 2250 metri. La nuova seggiovia è la prima delle due opere progettate per modernizzare, entro il 2020, l’intero collegamento Ces – Tognola. E’infatti prevista la realizzazione di un secondo impianto che, dall’arrivo della seggiovia, permetterà di raggiungere Cima Tognola in pochi minuti e mandare così in pensione la seggiovia Graffer in servizio su Cima Tognola.
Nell’area Ces vale la pena godersi le piste rosse, lunghe e davvero divertenti, con cambi di pendenza e muri che sfiorano le nere: come la Cristiania e la Colbricon, direttamente affacciate sulle Pale.
Imperdibile in questa giornata di tour tra le malghe la pista Tognola Uno: 5 chilometri che dall’Alpe Tognola porta fino a valle, lungo 742 metri di dislivello, con muri e pendenze marcate.
Malga Ces, Malga Frattazza e Malga Valcigolera attraggono con i loro piatti: dopo essersi gustati le piste, è il turno della cucina locale. Ma anche i panini non sono male: provate quelli del baracchino di Valcigolera, il cartello promette “panini leggendari”.
Secondo giorno: Passo Rolle, al cospetto del Cimon
Una giornata intera va dedicata al comprensorio di Passo Rolle, al cospetto del profilo leggendario del Cimon de la Pala. Anche qui si scia alla grande, ma si passa gran parte del tempo a guardarsi attorno: da poche parti si trova un paesaggio così. In più, il comprensorio non è dispersivo, offre piste veramente belle e divertenti per tutti e non c’è mai troppa gente. Un paradiso, proprio come il nome delle due piste da tirare tutte d’un fiato: la nera Paradiso I e la rossa Paradiso II.
Su e giù da questi tracciati ed eccoci pronti a spostarci sull’altro versante, al di là della strada che attraversa il Passo, su pendii più dolci, dove si può ancora fare qualche sciata ma, soprattutto, si raggiunge la Baita Segantini, un luogo mitico proprio ai piedi del Cimon de la Pala, uno dei sei posti più fotografati delle Alpi.
Non ci arrivano direttamente gli impianti (meglio così). Si raggiunge percorrendo un tratto in fuoripista oppure a piedi, con una passeggiata sulla neve battuta. Qui si respira la storia, ci si rilassa al sole, ci si inchina davanti a sua maestà il Cimon. E magari si rimane fino al tramonto, incantati da questo spettacolo prima di rientrare in paese.
A proposito di collegamento con il paese, c’è un progetto di unire San Martino di Castrozza al Passo Rolle, con relativa pista di rientro. L’impianto, con cabine da dieci posti, si svilupperà su tre linee, avrà stazioni intermedie ed è previsto un rientro “sci ai piedi” denominato Pista Panoramica. Nome anche stavolta per nulla casuale…
Terzo giorno: Cima Rosetta, l’ascensore per il paradiso
Le emozioni non sono ancora finite e il terzo giorno si scoprono altre cose nuove. Alla mattina si possono lasciare gli sci a casa, questa volta si va a piedi. Si sale sulla cabinovia che serve la pista Colverde per poi prendere la funivia Rosetta e volare in cielo. Da 2000 metri si raggiunge in un soffio quota 2700. Un paesaggio unico, lunare: arrivati in cima, si apre una distesa sconfinata, l’Altopiano delle Pale. C’è aria di alta montagna, spesso tira un bel venticello, è bene munirsi di scarponcini da trekking e farsi una passeggiata in quota fino al Rifugio Rosetta che s’intravvede sullo sfondo nel bel mezzo della distesa innevata. Il percorso è facile e tutto in piano, ma bisogna prestare attenzione perché siamo comunque in un ambiente di alta montagna.
Dopo questa esperienza “lunare” si torna sulla terra. Di nuovo sci ai piedi e subito in pista appena si accendono le stelle. Proprio su questo versante, in basso, c’è infatti la pista illuminata Colverde (una rossa di 2600 metri di lunghezza e 500 di dislivello) servita dall’omonima telecabina che parte dal paese e arriva al rifugio, il campo base delle sciate in notturna. Il Rifugio Colverde rimane aperto la sera e offre piatti buonissimi e anche qualche dj-party per una festa finale.
Brindare a questi tre giorni è d’obbligo.
Un giro in paese
San Martino di Castrozza, incastonato ai piedi delle Pale, è molto carino e offre diverse attrattive. Fate tappa alla casa delle Aquile, le guide alpine storiche di San Martino, giusto per respirare un po’ di storia di montagna ma anche per farvi guidare in qualche escursione. Le potete incontrare anche a La Mia Enoteca – da Renzo, punto di ritrovo dei professionisti della montagna: ci sono le foto storiche appese e libri che parlano di vette e di Aquile. Oltre a ottimi calici di vino.
Per una cena tipica l’indirizzo rimane sempre Da Anita, mentre se si vuole gustare una pizza in un ambiente carino c’è Drei Tannen. Dopocena con ambiente allegro e atmosfera country al Ranch: qui al posto delle guide alpine ci sono i cow-boy e fiumi di birra.
Ecco invece un indirizzo per una camera con vista: l’Hotel Plank, in posizione perfetta. Appollaiato proprio di fronte alle cime delle Pale (fatevi dare la camera con le finestre bow-window per godere a “pieno schermo” dello spettacolo), è situato in una zona tranquilla e vicino alla partenza degli impianti di Ces.
Foto: Chiara Todesco