Il gigante della Val D’Ultimo
Dominik Paris è con Fill il nostro discesista di punta. Ragazzo di poche parole, ama stare tra le sue montagne e ascoltare la musica metal. Grande fisico e tanta sensibilità gli permettono di esprimersi al meglio sui tracciati più impegnativi di Andrea Cappelletti
Garmisch Partenchirchen, vigilia della discesa, ultime gare di Coppa prima dei Giochi Olimpici Invernali. La stagione è al culmine, l’attenzione dei media per gli atleti è al massimo. Nonostante questo, Dominik Paris si rende disponibile a rispondere alle nostre domande e a quelle dei colleghi. Il suo Italiano è migliorato, in squadra ha per anni lavorato in questa lingua con i tecnici, ma non è un fiume di parole, non lo è mai stato. Sembra di buon umore, e questa è un’ottima cosa perché lo conosciamo come un atleta “spontaneo”, senza filtri, a volte burbero, altre scherzoso. E quando non è in vena, è capace di piantare tutti in asso. La sua forte personalità e trasparenza sono forse le ragioni per cui è così amato dal pubblico.
In Alto Adige, dove è beniamino di casa insieme con Innerhofer e Fill, il preferito è proprio lui. Poche parole, ma molti fatti.
Sei ancora relativamente giovane per eccellere in discesa, ma l’esperienza non ti manca. A che punto ti senti della tua carriera?
«Penso di essere più o meno a metà dei miei anni di attività. Però, non posso dire se con l’età diventerò più veloce o meno. Per migliorare, e vincere una Coppa di discesa, mi manca ancora la costanza di risultati, la regolarità. Ho comunque vinto gare importanti, quindi spero di essere sulla buona strada».
Il prossimo obiettivo è quello dei Giochi invernali, gara secca. Ce ne puoi parlare?
«Certo che vorrei provare a vincere, sono già stato secondo sullo stesso tracciato due anni fa. È una discesa corta, non ci sono punti tecnici dove fare la differenza, come a Kitz o a Bormio. Bisogna sciare sempre bene».
Cosa cambia rispetto alle altre gare?
«Alla mia precedente esperienza olimpica rientravo da un infortunio. Anche se era un infortunio leggero, non ero riuscito a sciare tanto, non ero in forma. Non ti so dire se cambi tanto uscire dal cancelletto a un’Olimpiadi o in una prova di Coppa del mondo. Forse si tira fuori quel qualcosa in più, si rischia un po’ di più. Ma per il resto è una gara come le altre. E noi siamo lì a dare sempre il massimo».
In squadra hai campioni come Innerhofer e Fill. Vi aiutate o prevale la rivalità?
«Ci aiutiamo e siamo anche rivali. La rivalità spinge ognuno di noi a fare meglio. Per noi è un bene se uno va forte, perché se ad esempio va forte Christof anche noi altri pensiamo di poter essere lì con lui; ci fa credere di più in noi stessi. In allenamento questa cosa aiuta molto, per i riferimenti soprattutto. Perché se sei vicino come tempi, vuol dire che anche in gara hai le stesse possibilità».
Chi è l’atleta che hai (o avevi) come maggiore riferimento?
Quando sono entrato in squadra, Christof era quello più in forma, il vincente. È stato molto utile stare vicino a lui, poter imparare. Ho appreso anche da altri avversari. Nei miei primi anni in Coppa Cuche era molto forte, era quello da studiare nei video, per capire un po’ dove migliorare».
La Fis cambia di continuo le modalità degli ordini di partenza nelle discipline veloci. Cosa pensi del sistema attuale?
«A me non piace, ma questo abbiamo e dobbiamo farcelo andare bene. Quello precedente era certamente migliore. Fosse per me farei partire i migliori dal 10 al 18, ma bisogna che i favoriti abbiano numeri vicini. Adesso puoi avere tra l’1 e il 19. Con i lunghi intervalli di partenza passa troppo tempo, la neve e il meteo possono cambiare anche tanto e la gara rischia di venir falsata».
Quacosa di Domme
-Dominik “Domme” Paris nasce il 14 aprile del 1989 in Val d’Ultimo, dove insieme al padre (maestro di sci) ha mosso i primi passi sulla neve quando aveva tre anni e mezzo. Di recente ha costruito casa, proprio nel suo paese di orgine.
-Da piccolo era davvero forte. Due volte vincitore del Trofeo Topolino e tra i più promettenti atleti del Comitato Alto Adige, entra in crisi verso i 16 anni. Distratto dalla “baldoria con gli amici”, da diciottenne decide di schiarirsi le idee lavorando un’estate intera in isolamento, in un rifugio. Qui capisce di volersi concentrare sullo sci.
-La sua passione per la musica metal non è un segreto. La sua band preferita sono i Pantera. Dominik suona la chitarra elettrica, che spesso porta nelle trasferte perché grazie alla musica si sente “bene con se stesso, libero”.
-Discesista completo, è molto scorrevole grazie alla sensibilità sulla neve e alla corporatura robusta. Vanta inoltre un’ottima tecnica, che gli permette di esprimersi al meglio sulle piste più ostiche. In Coppa del mondo ha vinto 9 volte, di cui 3 a Kitzbühel e ha collezionato 22 podi. È stato argento ai Mondiali di Schladming del 2013 in discesa.