Morto a 75 anni Michele Stefani, grande personaggio dello sci trentino
È scomparso venerdì all’età di 75 anni Michele Stefani, pioniere dello sci alpino azzurro degli albori della Coppa del Mondo e in seguito apprezzatissimo allenatore. Nato a Vigo Rendena il 18 agosto 1948 e cresciuto a Madonna di Campiglio, affiliato al Gruppo Sportivo Carabinieri, come riporta il sito di Fisi Trentino esordì in campo internazionale il 3 febbraio 1967 proprio sulle nevi di casa nella discesa della 3-Tre, gara non valida per la neonata Coppa del Mondo, nella quale si piazzò ventottesimo.
Due giorni dopo, il 5 febbraio, sul Canalone Miramonti fu trentaduesimo nello slalom, che invece fu la prima gara italiana di Coppa del Mondo maschile a essere disputata in Italia, poi nello stesso anno vinse il titolo italiano juniores di slalom a Limone Piemonte, battendo un certo Gustav Thoeni. Si è piazzato quattro volte in zona punti in Coppa del Mondo, sempre in discesa, in un’epoca in cui i punti li prendevano solo i primi dieci: il 24 gennaio 1969 fu nono a Megeve, poi nel 1971, anno in cui fu ventottesimo nella classifica generale, fu quinto ancora a Megeve e poi quarto e settimo nelle due gare di Sugarloaf, nel Maine, piazzandosi undicesimo nella classifica di specialità.
È salito tre volte sul podio in Coppa Europa e il suo ultimo piazzamento in Coppa del Mondo fu il 7 gennaio 1973, ventinovesimo nella discesa di Garmisch-Partenkirchen, poi sei giorni dopo, nella discesa del Lauberhorn, spostata a Grindelwald per la mancanza di neve a Wengen, si è fratturato il femore sinistro in otto punti e dovette interrompere la sua carriera agonistica a soli 24 anni. Intraprese quindi la carriera di allenatore, e dal 1975 al 1980 fu responsabile del settore giovanile femminile, facendo crescere molte delle atlete che avrebbero dato vita alla prima, storica, Valanga Rosa. Dal 1980 al 1983 passa ai ragazzi e poi, fino al 1987, è il coordinatore del settore discesa libera della nazionale italiana di Coppa del Mondo.
Conclusa la parentesi in azzurro torna nella sua Campiglio, dove dal 1988 al 1992 allena lo Sporting Club Campiglio e viene nominato direttore di pista della 3-Tre World Cup, incarico che mantenne fino al 1997 diventando anche delegato FIS. Dal 1992 al 1998 apre un’altra lunga parentesi in pista, allenando i giovani atleti del Comitato Toscano, raccogliendo molti attestati di stima dagli amici dell’Abetone. Nel 2016, a coronamento della carriera, il CONI gli riconobbe la “Palma al merito tecnico”. I funerali di questo grande personaggio dello sci alpino trentino saranno oggi alle 13,30 nella chiesa parrocchiale di Madonna di Campiglio.
Foto: FISI Trentino