L’alto livello nello sci alpino, indicatori e variabili: una sintesi
di Enrico Clementi e Pietro Poletti
Su chi investire per l’alto livello? Perché? Sulla base di quali indicatori? In quali fasi nevralgiche dello sviluppo? Tenendo conto di quali variabili?
Sono queste alcune delle domande che ci hanno guidati nell’indagine condotta a partire da una raccolta dati in ambito FIS (Fédération International de Ski) per un totale di 3537 atleti (44,4% F; 55,6% M).
Attraverso la definizione di 4 gruppi sono state calcolate le età di uscita dalle liste FIS, il punteggio medio, l’età media del miglior punteggio raggiunto, i punteggi medi e i miglioramenti annuali dai 16 ai 24 anni.1
Essendo complicato presentare su queste pagine i dati per intero, raccolti e comparati in tabelle e grafici, e comunque disponibili per chi fosse interessato ad approfondire, abbiamo optato per articoli che presentino:
– l’andamento delle prestazioni;
– le differenze prestative in relazione al genere, all’età, alla disciplina;
– le carriere dei migliori atleti a livello giovanile e assoluto;
– l’età nella quale avviene la prestazione di picco (Peak Performance) in relazione al genere, alla disciplina e ai gruppi indagati;
– la presenza e l’effetto dell’età relativa o RAE (Relative Age Effect) in relazione ai gruppi indagati e alle discipline.2
Rilevante, sul piano divulgativo, è il metodo che permette l’individuazione, la tutela e la crescita del talento; metodo che – come evidente – non possiamo indicare come assoluto, ma che comunque deve o dovrebbe permetterci:
– di entrare in possesso informative chiare sui metodi di selezione in considerazione dei risultati, dell’età in cui vengono prodotti, della specialità, del genere, del tasso di miglioramento e dell’età relativa degli atleti;
– lo sviluppo di nuovi programmi di ricerca da parte delle federazioni nazionali a partire dai dati così prodotti;
– la definizione di obiettivi a medio e lungo termine, al fine di monitorare la crescita sportiva e l’andamento di carriera;
– la possibilità di fornire ad allenatori e tecnici coinvolti non solo un’idea, ma riferimenti chiari sul livello da raggiungere e a quale età andrebbe raggiunto, e in quali discipline;
– la possibilità di capire meglio quali annate sono cruciali, e adattare il lavoro, i programmi, l’intensità di conseguenza;3
– la possibilità di fare riferimento a un’età di picco il più possibile attendibile, al fine di non escludere prematuramente atleti con del potenziale inespresso;
– la possibilità di rivedere, con criterio, le età di selezione nei Gruppi Sportivi e nelle Squadre Nazionali;
– la possibilità di considerare il RAE nei processi di lettura, selezione e tutela del talento.
Evidenze scientifiche – anche al fine di orientare il dibattito pubblico dei giorni scorsi sui risultati degli Azzurri in questa parte della stagione e sul ricambio generazionale, in specie nelle discipline tecniche – sono state raggiunte in merito a:
– nello Sci Alpino l’età in cui viene raggiunta la massima performance varia, a seconda della disciplina, del gruppo e del genere, indicativamente dai 20,5 ai 29,9 anni. Il genere femminile generalmente tende a raggiungere il picco prestativo prima di quello maschile: le differenze maggiori tra i due generi si notano nel gruppo Senior nel quale le donne tendono a raggiungere il picco mediamente più di due anni prima e nel Super G addirittura più di tre.
– I dati visti fino ad ora fanno capire come dai 18-19 anni fino ai 21-22 anni nel Super G e nella Discesa maschile, e fino ai 22-23 anni nel Gigante e nello Slalom maschile, e dai 18-19 anni in poi in campo femminile, sia fondamentale continuare a migliorarsi per arrivare ad essere competitivi anche da Senior.
– Ancora, sulla base degli stessi dati si può notare che i risultati dai 16 ai 19 anni non sono così predittivi per poter arrivare al top tra i Senior, ma sembra essere più importante l’andamento delle prestazioni nella fascia 18-22 sia nei maschi che nelle femmine. Le età differiscono leggermente in base alla disciplina indagata.
Abbiamo inoltre dati e parametri rilevanti, a livello di Federazione e per comprendere meglio, contenere e governare alcuni fenomeni, per quanto riguarda:
– l’età di uscita, ossia l’età media in cui gli atleti sono scomparsi dalle liste FIS. Questo dato è stato calcolato per i quattro gruppi (Junior, Junior e Senior, Senior e Altri), per ogni disciplina e per entrambi i generi.
– L’età media in cui è stata raggiunta la migliore prestazione personale, calcolata per ognuno dei tre gruppi (Junior, junior e Senior, Senior) e per tutti gli altri atleti del campione, per ogni disciplina e per entrambi i generi.
– Il valore medio della performance, che fa riferimento alla media dei FIS Points ed è stato calcolato per ognuno dei tre gruppi (Junior, Junior e Senior, Senior) e per tutti gli altri atleti, per ogni disciplina e per entrambi i generi.
– L’andamento delle prestazioni di ogni singolo atleta (la sua traiettoria), in relazione ai punteggi ottenuti al termine delle diverse stagioni agonistiche e all’età, a livello maschile e femminile. Gli atleti sono stati suddivisi in tre gruppi per ogni specialità: quelli che sono stati nei primi 50 migliori punteggi solo a livello Junior, i 50 migliori solo a livello Senior e chi si è esibito nei primi 50 sia a livello Junior sia a livello Senior.
– Le variazioni della performance valutate tramite l’incremento o la diminuzione in percentuale dei valori medi dei FIS Points da un anno all’altro fino ai 24 anni, calcolate per ognuno dei tre gruppi (Junior, Junior e Senior, Senior), per tutti gli altri atleti, per ogni disciplina e per entrambi i generi.
– La significatività e la presenza del RAE (Relative Age Effect), analizzata per ognuno dei tre gruppi (J, J/S e S) sia per il campione femminile che per il maschile.4
Ci preme sottolineare, conclusivamente, la disponibilità di chi scrive a diffondere questi dati, e a sostenere Federazione, gruppi sportivi, tecnici, sci club e altre organizzazioni, anche internazionali, nella ridefinizione di programmi e obiettivi che tengano conto degli stessi, anche a fini di controllo e valutativi (follow-up).
1 Junior (J), migliori 50 U18 all-time; Junior/Senior (J/S), migliori sia da U18 che a livello assoluto; Senior (S), migliori 50 a livello assoluto; Altri (A), parte restante del campione.
2 Divisione degli atleti in base alla data di nascita in quattro quartili, ognuno dei quali comprende tre mesi dell’anno: Q1 gennaio-marzo; Q2 aprile-giugno, Q3 luglio-settembre, Q4 ottobre-dicembre e test del Chi Quadro (χ²): presenza e significatività del RAE per ogni disciplina, per entrambi i generi e per i diversi gruppi. Livello di significatività fissato a p < 0,05.
3 Attualmente c’è discrezionalità su questo aspetto e i programmi, nelle categorie giovanili sono pressoché standardizzati, in eccesso o in difetto.
4 Il test del Chi Quadro (χ²) ha evidenziato la presenza di un RAE significativo nel gruppo Junior a livello maschile (χ²=14,20, p=0,0026). Negli altri gruppi non sono stati trovati valori statisticamente significativi (p>0,05). La significatività e la presenza del RAE è stata analizzata anche per ogni disciplina, sia per il campione femminile che per il maschile, indipendentemente dai quattro gruppi. Il livello di significatività è stato fissato a p < 0,05. Il test del Chi Quadro (χ²) ha evidenziato la presenza di un RAE significativo nella Discesa (χ²=8,310, p=0,0400) e nel Super G (χ²=13,43, p=0,0038) a livello maschile. Negli altri gruppi non sono stati trovati valori statisticamente significativi.