Una petizione popolare per il grande comprensorio di Bormio-Alta Valtellina
Si discute da anni su quale sia la soluzione migliore per togliere il comprensorio di Bormio dal suo isolamento mediante la realizzazione di collegamenti in quota in direzione di Santa Caterina, Cima Piazzi/San Colombano e per i più ambiziosi, perfino con Livigno.
Ci sono stati importanti studi di fattibilità, a dire il vero nemmeno troppo complessi, si sono fatti confronti con gli altri grandi comprensori italiani e esteri, che stanno ottenendo ottimi risultati in termini di offerta turistica, ma anche di sostenibilità ambientale. Eppure le migliori intenzioni si sono inabissate nei fondali della politica, in un Paese che ha spesso bisogno di eventi straordinari per portare avanti nuove idee. Oggi, tra Pnrr, Piano nazionale di ripresa e resilienza che mette al centro dello sviluppo il tema della mobilità e Olimpiadi di Milano-Cortina che vedranno l’Alta Valtellina protagonista della scena negli sport invernali, si può forse aspirare al superamento di quell’inerzia che da troppo tempo caratterizza la politica economica della provincia di Sondrio.
Fino a qualche tempo fa il sogno di residenti, operatori turistici e sportivi focalizzava l’attenzione sull’offerta invernale, oggi che il tema della mobilità, della sostenibilità ambientale e delle modifiche climatiche tocca ogni località di montagna l’idea di un impianto di risalita che colleghi i vari comprensori diventa sempre più attuale e necessario.
Ne parlava qualche mese fa dalle nostre pagine di Scimagazine la grande campionessa Deborah Compagnoni, valtellinese doc da sempre legata alla sua terra e a Santa Caterina in Valfurva in particolare. «Oggi Bormio e Santa Caterina sono “culturalmente” molto più legate di un tempo, condividono le stesse problematiche, prima fra tutte quella di alleggerire se non evitare del tutto, l’uso della macchina. L’esigenza primaria è quella di decongestionare dal traffico l’intera Alta Valtellina e è giunto il momento di cambiare approccio nei confronti dei mezzi di risalita, concepirli come mezzi di trasporto utilizzabili tutto l’anno, in sostituzione del mezzo privato».
Se consideriamo l’idea di un impianto come di un mezzo di trasporto ecologico, ne più ne meno di quello che facciamo in città con tram, filobus e metropolitana, usciamo da un concetto invernale e entriamo nell’utilizzo 365 giorni all’anno. Quanti sono gli appassionati di trekking, di una semplice visita ai rifugi delle due aree, di praticanti degli sport a due ruote che potrebbero lasciare l’auto nei parcheggi e viaggiare “green” nelle varie direzioni?
Decongestionare dal traffico è la parola chiave, alla quale Comuni e Regione Lombardia non possono più rimanere indifferenti. Certo c’è bisogno di un investimento economico pubblico che affianchi le iniziative private già presenti sul territorio, avendo a cuore il tema della mobilità e della sostenibilità del turismo in alta quota e del futuro di quest’area tanto importante sotto il profilo economico e ambientale.
Ma c’è di più. Le frequenti accelerazioni della frana, l’ultima datata 2020, del Ruinon, tra Uzza e Sant’Antonio con il conseguente isolamento di Santa Caterina hanno evidenziato quanto un’alternativa di trasporto e di evacuazione per le famiglie sia assolutamente necessario e urgente.
Proprio in occasione degli ultimi tragici eventi, si è riaperta la discussione sul piano stilato dall’ingeniere Gasser nel 2016 che metteva nero su bianco la possibilità tecnica di sviluppare questo progetto.
La lista degli Stakeholders di questo progetto si amplia ogni giorno, parallelamente alla modifica del concetto stesso di trasporto su fune.
I Comuni dell’Alta Valtellina, la Comunità montana dell’Alta Valle, l’Apt di Livigno, associazioni di categoria, esponenti del mondo dello sport e impiantisti sono intervenuti al tavolo della politica provinciale e regionale per chiedere a gran voce di passare dai progetti ai fatti. Il piano Gasser è già stato approvato e passato al vaglio di Comunità Montane Alta Valtellina, trovando un consenso trasversale tra chi abita queste valli e chi vi si reca per ragioni turistiche o lavorative. Oggi un nuovo impulso è dato da una petizione popolare destinata a far rumore.
Il tavolo strategico del Comprensorio di Bormio, promuove una raccolta di firme tra turisti, residenti e operatori volto a stimolare l’attenzione delle istituzioni su questo importante tema.
È possibile firmare la petizione presso:
– Pro Loco Bormio
– Pro Loco Valdidentro
– Pro Loco Valdisotto
– Pro Loco Valfurva
– Società impianti di Bormio
Possono firmare, muniti di un documento di identità, turisti, operatori, residenti entro il 10 settembre 2023.
Luca Steffenoni
Foto: Pagina Facebook Bormio Tourism