Morta Rosi Mittermaier, stella dei Giochi di Innsbruck 1976 e mamma di Felix Neureuther
Il 2023 si apre con una bruttissima notizia: è morta a 72 anni a Garmisch-Partenkirchen a causa di una grave malattia Rosi Mittermaier, grande campionessa dello sci alpino degli anni settanta del secolo scorso.
Nata il 5 agosto 1950 e cresciuta a Reit im Winkl, in Baviera, nell’allora Germania Ovest, gareggiò in Coppa del Mondo già nel primo anno della competizione, il 1967, arrivando sesta al Monte Bondone in slalom, la sua specialità preferita, anche se poi diventerà una grande polivalente. Il suo primo podio è del 17 marzo 1968, terza ad Aspen, la sua prima vittoria del 16 gennaio 1969 a Schruns.
In totale ha vinto 10 gare di Coppa del Mondo, 8 in slalom, 1 in gigante e 1 in combinata, collezionando anche 17 secondi e 14 terzi posti. La sua stagione migliore fu il 1975-1976, nella quale fu dominante: collezionò 4 vittorie, 7 secondi e 2 terzi posti distribuiti in quattro specialità e in 26 gare, vinse la classifica generale di Coppa del Mondo e quella di slalom.
Ma soprattutto ai Giochi olimpici di Innsbruck 1976 vinse l’oro in discesa, specialità in cui in Coppa del Mondo non si impose mai finendo due volte seconda e due volte terza, e poi in slalom, battendo la nostra Claudia Giordani e un’altra che diventerà mamma d’arte (di Tina Weirather), Hanni Wenzel, infine in gigante fallì il tris di ori a cinque cerchi per soli 12 centesimi, battuta dalla canadese Kathy Kreiner, ma si consolò col titolo mondiale in combinata.
Al termine di quella stagione magica si ritirò dall’attività agonistica a 25 anni diventando moglie di Christian Neureuther, grande slalomista rivale della Valanga Azzurra e di Ingemar Stenmark, e poi mamma di Ameli e di Felix Neureuther, campione degli anni 2010. Anche le sorelle Heidi, maggiore di nove anni, ed Evi, minore di tre e vincitrice di due discese di Coppa del Mondo, sono state campionesse di alto livello che hanno partecipato ai Giochi olimpici, anche se non grandi come Rosi, una delle sciatrici simbolo della propria epoca.
Foto: pa/Manfred Rehm