Stefano Maldifassi a due settimane dalle elezioni
A due settimane esatte dalle elezioni abbiamo incontrato Stefano Maldifassi, candidato presidente del gruppo Squadra Bianca per le prossime elezioni FISI.
Stanco ma determinato come non mai, provato ma soddisfatto, consapevole di aver fatto un ottimo percorso, cominciato da lontano, per arrivare dove si trova ora, così è apparso Stefano.
Ciao Stefano, come sta andando la campagna elettorale a una settimana dalle elezioni?
Sono molto soddisfatto perché siamo partiti da lontano.
Abbiamo incontrato prima i presidenti di comitato e poi i vari club.
Abbiamo seguito una scaletta di lavoro incentrata sull’ascolto delle esigenze di tutte le realtà territoriali, per poi rappresentarle nel nostro programma. Siamo partiti da lontano e abbiamo potuto ascoltare tutti.
La mia è stata una candidatura ragionata, mi sento di aver rispettato le istituzioni.
Tu sei un ingegnere e un imprenditore, per la prima volta nella tua vita ti sei trovato a fare una campagna elettorale, come è andata?
È una considerazione corretta, da un lato è stata dura, ma dall’altro, anche facendoci consigliare da chi ha più esperienza nel campo della comunicazione politica, siamo riusciti a non avere particolari problemi.
Lo studio a cui ci appoggiamo ha grande esperienza in ambito elettorale, a questa esperienza politica, abbiamo unito la conoscenza mia e del mio gruppo di lavoro, delle realtà locali degli sport invernali. Un mondo che tutti noi conosciamo molto bene.
La cosa bella di questa campagna è che mi sono accorto che la base è molto poco politicizzata, vogliono sentir parlare di temi reali, un terreno sul quale ci siamo trovati molto bene.
Roda ha rappresentato all’interno della FISI l’uomo solo al comando, che idea hai tu di federazione dal punto di vista della leadership?
Tu mi conosci e sai che nella mia vita non sono mai stato un uomo solo al comando, anzi, non sono mai stato solo, anche perché non ne sarei capace.
Amo legarmi a grandi professionalità, soprattutto negli ambiti in cui sono meno esperto.
Se diventerò presidente abbraccerò tutto il consiglio federale cercando di dare deleghe a chi ha competenze specifiche.
La FISI da questo punto di vista è molto complicata.
Si esatto, lo è molto, qualcuno dice che siamo il CONI degli sport invernali, abbiamo una moltitudine di sport e discipline diverse. Per riuscire a seguire tutti bene bisogna creare una grande squadra, anche nei termini della gestione.
Non credo che una federazione si possa gestire come un’azienda di famiglia.
Il prossimo presidente prenderà in mano la FISI in un momento molto delicato. Le Olimpiadi si avvicinano velocemente e pare che i lavori non stiano andando benissimo, la disputa tra Kappa e Armani per la fornitura rischia di svuotare le casse federali. Insomma il momento è quantomai delicato.
C’è appena stato un incontro tra Meloni, Malagò e Bach. Si sono detti “Andiamo veloci”, io spero che questo diventi un mantra! Dobbiamo andare veloci in tutte le direzioni, in direzione delle strutture in primis.
Sta venendo fuori il nostro essere italiani, siamo sempre in ritardo e poi alla fine ce la facciamo. Io però ricordo che non possiamo più permetterci di ritardare in quest’era, perché alcune soluzioni e alcuni impianti se provati, se usati in allenamento, portano anche un grande vantaggio competitivo per i nostri atleti. Noi come federazione dobbiamo essere un booster.
Comunque anche questo è un problema che deve essere affrontato attraverso delle competenze specifiche proprie di chi sa trattare con le istituzioni.
La Federazione può fare molto, ci vuole un legame con chi deve fare le cose, confido molto in Bach che è anche una persona vicina a noi italiani.
Riguardo la fornitura dell’abbigliamento federale invece?
La vertenza Kappa contro FISI, l’esistenza di un provvedimento cautelare che vieta alla FISI di dare esecuzioni a contratti di sponsorizzazione con marchi appartenenti alla medesima categoria merceologica di Kappa e il recente annuncio del nuovo rapporto tra FISI e Armani, è un tema che preoccupa molto.
Probabilmente, la prima cosa che farei è una telefonata a Marco o Alessandro Boglione, creerei un tavolo di lavoro tra tutte le parti coinvolte, per vedere come possiamo uscirne tutti assieme, aprendo un dialogo costruttivo.
Sarebbe molto brutto se la FISI fosse l’elemento di discordia tra due realtà che rispecchiano l’eccellenza del Made in Italy.
Quale sarebbe il programma dei tuoi primi cento giorni di presidenza?
Nei primi cento giorni non può mancare un incontro con tutti i dipendenti e collaboratori della FISI per ottimizzare il legame tra il palazzo e i club. Una grande esigenza espressa dalla base durante gli incontri che abbiamo fatto.
Mi muoverei su tre livelli diversi.
Sci alpino, sci di fondo e discipline più piccole (più piccole, ovviamente, non per importanza, ma solo per numero di tesserati).
Lo sci alpino è la disciplina meglio organizzata per poter proseguire in autonomia la stagione: farei qualche telefonata e incontro con i vari responsabili tecnici per capire se c’è necessità di risolvere qualcosa nel breve periodo.
Il fondo ha bisogno di maggior supporto per iniziare a costruire gli atleti del domani. In ottica Cortina 2026 si sarebbe dovuto iniziare a lavorare ieri, e con ieri intendo otto anni a fa, dobbiamo correre!
Quanto alle discipline più piccole, li anche un piccolo supporto economico può fare la differenza, un tecnico in più, una trasferta in più o qualche attrezzo in più possono fare la differenza. Credimi.
Ultimo, ma assolutamente non per importanza, è un grande lavoro da fare sul piano economico e finanziario, c’è chi per noi è già pronto ad investire, e sto parlando di brand importanti, che sono pronti a sostenere la mia presidenza mettendosi in gioco.
Stefano, chi vincerà queste elezioni e chi è lo sfidante che temi di più?
Le elezioni le vinco io, però sullo sfidante mi metti in difficoltà. Ho chiesto alla mia squadra di ascoltare gli interventi degli altri candidati per avere un confronto costruttivo, è il modo migliore per concentrarmi sul mio lavoro.
Quello che posso dirti è che rispetto molto chi, come Falez, è partito da lontano, con una candidatura studiata e motivata, e sta lavorando per raggiungere un obiettivo, nel pieno rispetto delle istituzioni.
Mattia Laudati