Elezioni FISI, Flavio Roda: “Mi ricandido, posso farlo”
Dopo quelle di Alessandro Falez e di Stefano Maldifassi è arrivata la terza candidatura alla presidenza della FISI, la più attesa ma anche la più osteggiata e temuta, a seconda dei punti di vista. È naturalmenta, quella di Flavio Roda, che è in carica dal 31 marzo 2012 dopo il commissariamento federale che durava dal 2011 in seguito all’interdizione di Giovanni Morzenti, e che punta quindi al quarto mandato, anche se la legge impone un massimo di tre, essendo stato riconfermato il 12 aprile 2014 e il 22 aprile 2018. Ma Roda spiega, in un’intervista a Simone Battaggia della Gazzetta dello Sport, il motivo per cui può ricandidarsi. Ecco le parole di Roda.
“In federazione ho sempre seguito lo statuto e il regolarmento organico federale, che è chiaro: parla di ‘tre mandati pieni’ (ossia, che durano tutti un quadriennio, mentre di fatto il primo di Roda è durato un biennio, ndr). Se lo statuto non fosse inapplicabile il Coni avrebbe dovuto intervenire, imporrela modifica, ma l’ha approvato nel 2019 e il regolamento ha avuto l’ok a giugno. Quale legge mi vieterebbe di candidarmi? C’è stato un parere del Coni, rivolto al calcio, a Tavecchio che era stato commissariato: non c’entra. Spero solo di essere giudicato dall’Assemblea. Sono i club che decideranno i nuovi gestori”.
“Ciò che sta succedendo dà un danno anche economico – prosegue Roda -. Chi si è candidato combatte solo sul fatto che io non possa farlo, non su ciò che vorrebbe creare. Un atteggiamento puerile. Vedo cattiveria, offese, l’idea che la FISI sia un covo di gente che fa i propri interessi. Il 70% del bilancio è fatto di sponsor, quasi 28 milioni su 40. Chi ci sostiene si fa delle domande. E poi avessimo rubato, capirei, ma sono sicuro che se avessero trovato qualcosa lo avrebbero tirato fuori. Il rigore non si discute”.
“La FISI è cresciuta di 10 milioni di budget e in mezzo ci sono stati due anni di pandemia. Non abbiamo chiesto un euro allo Stato, agli atleti non è mancato nulla. Nel 2012 avevamo un sacco di debiti. Abbiamo imposto sacrifici, ancora oggi i tecnici fanno gasolio all’iperself. Sul piano economico e strutturale la FISI è solida. Serve più sostegno al territorio, che ha sofferto”.
Chiusura sui due eventi novità della prossima stagione, anche se la Coppa del Mondo di fondo a Milano non lo è in assoluto, lo saranno invece le discese transnazionali Zermatt-Cervinia: “Il 21 e il 22 gennaio ci saranno una sprint e una team sprint a City Life. Sfrutteremo il prato, la neve si produrrà nei sotterranei, verrà portata fuori 4-5 giorni prima, ci sarà un anello di 700 metri. Un grande lancio per l’Olimpiade. Lo speed event? Gara particolare, impegnativa per la lunghezza e per la quota, c’è un lungo piano a metà che può condizionarla se le neve non sarà scorrevole. Fa partire presto la stagione della velocità, ma Zermatt assicura a tutte le squadre 15 giorni di allenamento per prepararsi, un vantaggio anche economico. Servirà fortuna col meteo”.