Esclusiva Scimagazine, Stefano Maldifassi: “Ecco come intendo la FISI del futuro”
“Una Federazione nuova, dinamica, autorevole e propositiva: è la FISI che ho in mente”. Con queste parole Stefano Maldifassi ha sciolto le riserve e si candida alla presidenza federale per il prossimo quadriennio. Ingegnere biomeccanico, 5 volte campione italiano di skeleton, allenatore di quarto livello, dimostra fin da subito di avere le idee chiare. Ci concede 5 minuti tra un appuntamento e l’altro in quel di Courmayeur. Giusto il tempo per “buttare sul tavolo” quelle che ritiene le basi di partenza per una federazione diversa.
“In queste settimane ho ritrovato diverse persone con le quali avevo condiviso esperienze sportive in passato e mi è stato chiesto di candidarmi. Ci ho pensato a lungo prima di accettare – ci spiega -. Si è creato un gruppo di lavoro e siamo partiti”.
Se diventerai presidente da dove comincerai?
“Immagino una federazione come un albero secolare, forte, che porta linfa alla crescita del movimento di base, degli atleti, degli sci club, dei comitati e delle squadre nazionali.
“Altro aspetto cruciale sono le Olimpiadi. Giochiamo in casa. E’ un’occasione incredibile e bisogna sfruttarla al meglio. La FISI ha un compito importantissimo anche perché, non dimentichiamolo, mancano tre anni e mezzo. E vi assicuro che sono pochissimi. Non bisogna perdere neanche un giorno. La Federazione, oltre al ruolo istituzionale della preparazione degli atleti nelle diverse discipline, ha la responsabilità di collaborare con il comitato organizzatore affinché i territori siano pronti ad accogliere gli atleti e turisti nelle sedi ove si terranno le varie competizioni. Un lavoro enorme, capillare, che va ben coordinato. Avremo addosso gli occhi del mondo e dovremo aver curato ogni singolo dettaglio: un approccio ingegneristico.
“Un passaggio fondamentale per proiettare la FISI nel futuro è il miglioramento dell’attività di governance anche al fine di ricercare sinergie con altri attori del movimento sportivo. Per fare questo occorre coinvolgere nel progetto grandi professionisti nei settori organizzativo, finanziario e legale. Una federazione moderna, duttile, dinamica è la miglior garanzia per consentire al movimento e ai suoi giovani atleti di raggiungere i traguardi più prestigiosi”.
E a livello di immagine?
“La FISI è una bella Federazione, basti pensare che gestisce 16 discipline. Bisogna parlare di sport, non di scandali. Quando i principali quotidiani si occupano del nostro mondo vorrei che lo facessero per raccontare le gesta dei nostri atleti, delle vittorie, i progetti innovativi i cui obiettivi devono essere quelli della riscoperta e della cura dei valori dello sport indipendentemente dalla ricerca dell’eccellenza agonistica, non per la querelle giudiziaria tra Fisi/Kappa o per le norme sul divieto del quarto mandato”.
Ultimamente c’è stato il caso di Lara Colturi. Secondo te la federazione poteva gestirlo meglio e non arrivare alla rottura?
“La gestione di una giovane atleta promettente può essere difficile. Ci sono molti aspetti da prendere in considerazione. Non so esattamente quali siano state le motivazioni che hanno determinato le scelte della Colturi, certo è che i suoi genitori sono professionisti dello sci alpino, hanno studiato attentamente il percorso della ragazza e non solo per quanto riguarda lo sci. Hanno preparato negli anni un percorso a 360 gradi e probabilmente non hanno ritenuto adeguato quanto era stato prospettato in federazione. Sono sicuro che si sia trattato di una scelta sofferta da parte dei genitori e fino all’ultimo si sia cercato di evitare la rottura. Un episodio che merita una riflessione importante da parte della federazione su come gestire i nostri atleti in futuro”.