Presentati gli Special Olympics 2017
Atleti in rappresentanza della Delegazione Italiana
con il Presidente Giovanni Malagò, il Presidente del CIP Luca Pancalli
ed il Vice Presidente di Special Olympics Italia Alessandro Palazzotti.
Roma 7 Marzo 2017 – “Lo sport è tante cose, l’Italia che può vincere un Mondiale di calcio così come raccontare queste meravigliose storie degli atleti Special Olympics. Il mondo dello sport può dare dare dei segnali importanti sensibilizzando sul tema della pari dignità a tutti i livelli”, queste le dichiarazioni del Presidente del CONI, Giovanni Malagò. E’ intervenuto anche il Presidente del CIP, Luca Pancalli: “Lo sport è prima di tutto uno strumento che mette in moto dei meccanismi di crescita personale, interiore e culturale sviluppando una politica attiva che fa crescere un territorio, il paese”. In chiusura le dichiarazioni del Vice Presidente Special Olympics Italia, Alessandro Palazzotti: “Special Olympics vuole contagiare positivamente tutto il mondo dello sport, in primis federazioni sportive ed enti di promozione. Dovunque c’è una società sportiva può nascere un punto di sport unificato”.
Si è tenuta questa mattina, presso la Sala Giunta del Coni in Piazza Lauro de Bosis 15, la conferenza stampa di presentazione dei Giochi Mondiali Invernali Special Olympics, in programma in Austria dal 14 al 25 marzo. Moderatore della conferenza è stato il giornalista Jacopo Volpi.
Il giocare insieme – PlayUnified – oltre a vedere giocare insieme, nella stessa squadra, atleti con e senza disablità intellettiva, può essere inteso, in senso più ampio, come una call to action: passarsi una palla significa aprirsi alla conoscenza delle disabilità intellettive, fare la propria parte per evitare il fenomeno dell’emarginazione. Significa abbattere ogni genere di barriera per contribuire alla costruzione di una generazione unita che elimini stereotipi e pregiudizi. E’ quello che faranno Paolo Aquilio, Atleta, e Matteo Gioia, Partner (Atleta senza disabilità intellettiva) intervenuti in occasione della conferenza stampa di oggi, durante il “Generation Unified summit” che si svolgerà in Austria parallelamente ai Giochi Mondiali Invernali ed attraverso il quale giovani provenienti da tutto il mondo avranno l’occasione di confrontarsi sui temi dell’integrazione ed accettazione.
Paolo Aquilio, Atleta Special Olympics Italia: “Sono felice di condividere con Matteo questa nuova esperienza; di poter affrontare insieme a lui, partner sportivo e amico, temi importanti come l’accettazione e il rispetto: fondamentali, per ognuno di noi, per crescere serenamente senza sentirsi giudicati”.
Matteo Gioia, Partner Special Olympics Italia: ” Io e Paolo abbiamo la stessa passione per il basket, abbiamo iniziato a giocare insieme e, col passare degli anni, abbiamo iniziato a stringere un rapporto di grande amicizia. Oggi sono onorato di rappresentare l’Italia al“Generation Unified summit” in Austria. Il nostro progetto va oltre lo sport, andremo a proporre la nostra idea di inclusione. Io e Paolo abbiamo intenzione di sensibilizzare la nostra Regione, l’Abruzzo, e far conoscere come Special Olympics vada oltre lo sport entrando nella vita di tutti i giorni dove questi atleti meritano di essere inclusi.. Io spero che il nostro messaggio sia chiaro in modo che i giovani, come me e Paolo, possano far parte di una società “unificata” che li accetti e li rispetti per quello che sono e dia loro grandi opportunità perchè le meritano davvero”.
Saranno oltre 2700 gli atleti con e senza disabilità intellettiva, provenienti da 107 Nazioni, 3.000 volontari, 1.100 coach, circa 20.000 spettatori in loco e milioni attraverso i canali televisivi di tutto il mondo. Un evento internazionale che accenderà i riflettori sulle politiche attuate nel mondo per l’inclusione delle persone con disabilità intellettiva nella società, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica ed abbattere ogni pregiudizio e forma di emarginazione. Ai Giochi Mondiali Invernali in Austria, l’Italia sarà rappresentata da un delegazione di 48 persone, di cui 34 Atleti che gareggeranno nelle discipline dello sci alpino, sci nordico, snowboard e corsa con le racchette da neve. Dodici giorni per un evento mondiale che si svilupperà su 3 differenti location: Graz, Schladming – Rohrmoos e Ramsau. La Cerimonia di Apertura avrà luogo, sabato 18 marzo alle ore 19.00, allo Stadio Planai a Schladming. Le gare, in programma dal 19 al 23 marzo, si articoleranno in 9 discipline sportive invernali: pattinaggio artistico (tradizionale e unificato), pattinaggio di velocità su ghiaccio, floorhockey (tradizionale e unificato), floorball (tradizionale e unificato), corsa con le racchette da neve, sci alpino, sci nordico, snowboard e stickshooting. La Cerimonia di Chiusura, prevista il 24 marzo alle ore 19.00, si terrà a Graz presso lo Stadio di Liebenau. L’arrivo delle delegazioni in Austria, previsto per il 14 marzo darà vita, fino al 17, a 4 giorni di Host Town: programma di ospitalità che offre agli atleti Special Olympics un’opportunità per conoscere le tradizioni locali, familiarizzare con un ambiente nuovo e creare i presupposti di un forte momento di integrazione e scambio culturale; durante questi giorni la delegazione italiana alloggerà a Köflach. Il Torch Run, che a 10 giorni dall’inizio dei Giochi riprenderà la corsa in direzione di Schladming attraversando 50 comuni e città austriache, coinvolgerà 80 agenti delle forze dell’ordine provenienti dall’estero, tra questi anche l’italiano Marco Miele.
L’Austria non è nuova ad accogliere eventi internazionali di Special Olympics: già nel 1993, a Salisburgo e Schladming, 1600 Atleti provenienti da 63 nazioni gareggiarono in cinque specialità sportive, furono i primi Giochi Mondiali Invernali Special Olympics organizzati al di fuori degli Stati Uniti. Gareggiare agli eventi, internazionali in particolare, dona agli atleti una grande opportunità di mettersi in gioco, aprirsi alla conoscenza di altre culture, di crescere rendendosi più autonomi e consapevoli delle proprie potenzialità. Una possibilità che, quando viene colta e vissuta nella sua interezza, coinvolge anche tutta la sua rete di relazioni, da quella familiare, a quella scolastica o lavorativa, da quella amicale a quella più estesa della comunità in cui l’atleta vive. Non è insolito scoprire in ogni storia di vita degli atleti un punto di svolta, un cambiamento positivo che il più delle volte coincide proprio con l’esperienza internazionale che hanno l’opportunità di vivere con Special Olympics; si torna a casa con un bagaglio più ricco, non soltanto per il peso delle medaglie conquistate sul podio. Trentaquattro storie di vita, quelle relative alla delegazione italiana, che andranno ad arricchirsi di una nuova esperienza, una nuova opportunità di crescita. Giulia aveva difficoltà a relazionarsi con i suoi coetanei che tendevano ad isolarla, Mario, cresciuto in campagna in una famiglia di contadini, numerosa e semplice, non aveva mai avuto l’opportunità di viaggiare, Luisa credeva che non avrebbe più potuto coltivare la sua passione, Alessandro voleva a tutti i costi seguire la pista di suo fratello maggiore.
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