Pechino 2022: Innerhofer terzo (con salto di porta) nella prima prova della discesa
La prima prova della discesa olimpica maschile di Pechino 2022, nella contea di Yanqing, su neve artificiale, col vento che andava e veniva e su una pista, denominata Rock, totalmente sconosciuta a tutti gli atleti dato che a causa della pandemia non si è svolta nemmeno una preolimpica negli anni scorsi, ha visto Christof Innerhofer stabilire il secondo miglior tempo.
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Il 37enne altoatesino però, nell’unica vera trappola (enorme peraltro) del tracciato, un salto in curva dopo poco più di 30 secondi che immette alla cieca sulla porta successiva, ha appunto saltato quella porta provando una linea troppo estrema. Stessa cosa per Stefan Rogentin, miglior tempo con 26 centesimi su Inner, ma la sorpresissima è lo spagnolo Adur Etxezarreta, secondo a soli 8 centesimi dallo svizzero e probabilmente spinto da una folata di vento favorevole, tuttavia anche l’iberico ha saltato una porta.
Quarto il francese Matthieu Bailet a 27 centesimi, quinto il canadese James Crawford, che è stato il migliore tra quelli che hanno completato regolarmente il tracciato, sesto il tedesco Simon Jocher. Settimo, e non ce ne vogliano gli altri che l’hanno preceduto, il primo dei grandi favoriti, il norvegese Aleksander Aamodt Kilde, ottavi ex-aequo l’austriaco di Germania Romed Baumann e lo svizzero Loic Meillard che è sceso in chiave combinata, decimo l’austriaco Max Franz.
Sono stati molti, 18 su 56 per l’esattezza, gli atleti che hanno saltato almeno una porta, in particolare quella alla trappola cui abbiamo accennato, basti pensare che, dei primi dieci, solo Crawford, Kilde e Franz hanno completato regolarmente il tracciato. Alcuni invece, come l’austriaco Matthias Mayer che è sceso col numero 1 e ha praticamente fatto da apripista agli altri, sono scesi in piedi facendo di fatto solo una ricognizione in velocità della pista.
Una prova che è quindi stata nient’altro che un primo assaggio della pista che domenica assegnerà la prima medaglia d’oro dello sci alpino, una delle più importanti di tutti i Giochi. Tra gli altri favoriti, diciassettesimo lo svizzero Beat Feuz, trentaduesimo il suo connazionale leader di Coppa del Mondo Marco Odermatt, trentasettesimo Mayer, trentanovesimo l’altro austriaco Vincent Kriechmayr.
Si è rivisto, ovviamente a mezzo servizio dopo l’incredibile recupero dall’infortunio di inizio stagione, il norvegese Kjetil Jansrud, quarantatreesimo. In chiave combinata invece, molto bene il francese Alexis Pinturault, ventiquattresimo senza saltare alcuna porta, trentaquattresimo l’austriaco Marco Schwarz. Ventunesimo e ventisettesimo senza saltare porte gli altri due azzurri Matteo Marsaglia e Dominik Paris. Di seguito le dichiarazioni dei nostri portacolori.
Christof Innerhofer: “E’ una pista che mi piace, bisogna sempre essere in movimento e spingere una curva dopo l’altra, sono pochi i punti scorrevoli, mi sono trovato bene. Non ho pensato a quello che voglio fare, bensì a quello che ho sbagliato in passato, soprattutto nell’ultima Olimpiade, il mio obiettivo è fare meglio. Il vento qui c’è sempre, bisogna avere fortuna, prendere magari la folata giusta ma più d tanto non ci possiamo fare molto, se non trovare le linee giuste e sciare veloce. Non c’è un vero punto dove fare la differenza, ma andare solamente al massimo delle proprie possibilità”.
Dominik Paris: “Non è un tracciato facilissimo perché ci sono tante porte nascoste, sicuramente devo migliorare in certi tratti della pista. Mi aspettavo un pendio diverso, la sensazione è che vai veloce, ma alla fine le onde non ti aiutano a fare salti molto lunghi. Sicuramente c’è da trovare il feeling giusto per tagliare le linee, guadagnare tempo e prendere velocità. Il vento sarò senz’altro un fattore, qui vincerà chi avrà tanto pelo perché è una neve aggressiva. Aspettiamo di capire quanto si lucida e poi bisognerà avere fortuna”.
Matteo Marsaglia: “Finalmente abbiamo fatto conoscenza con questa pista che sinora non eravamo mai riusciti a vedere in modo serio. Sicuramente è divertente, ci sono un po’ di porte cieche che ci creavano qualche dubbio, oggi abbiamo preso le misure. Io ad esempio ho fatto qualche metro di troppo, soprattutto nella parte alta. La neve di questa pista è un po’ particolare perché difficile da trovare in molte parti, la definirei simile alla neve americana, anche se meno aggressiva. Per noi non è nemmeno male, soprattutto per me e Innerhofer. Il problema è dato dal vento: al di là del fatto che può falsare il cronometro, toglie anche quei 4/5 km di velocità che potrebbero regalare un pizzico di spettacolo ulteriore”.