Goggia: “Soddisfatta ma domani posso migliorare”
Le parole a fisi.org di Sofia Goggia, Elena Curtoni e Federica Brignone al termine del primo dei due superG femminili di Coppa del Mondo di St. Moritz.
Sofia Goggia: “Con questo tipo di visibilità piatta non si vedeva praticamente nulla davanti ai piedi, quindi penso di aver ottenuto un secondo posto di cuore enorme. Sono contenta per il risultato in sé perchè sono molto vicina alla Gut, ma con la consapevolezza di non aver sciato molto bene in questa occasione. In alcuni punti sono arrivata lunga, ho trovato poca confidenza in alcuni punti ma sono molto soddisfatta, consapevole di poter migliorare domani. Le condizioni metereologiche dovrebbero essere più serene domenica, anche se con un po’ di vento in più. Il duello con Gut? Nutro enorme stima per lei e sono molto contenta di duellare con lei, anche se penso che in realtà lei sia ancora un gradino superiore a me soprattutto in superG. E’ un’antagonista che mi spinge a dare il meglio in una sana rivalità e io da sportiva vivo di questa competizione. In gara mi sono fidata delle linee che avevo studiato col mio allenatore e che avevo visto in ricognizione, sapevo che la Gut era davanti con più di un secondo, prima della Shiffrin, e arrivare a soli due decimi non mi può che rendere felice. La stagione si fa interessante, continuo a non guardare la classifica generale perché è troppo presto per fare conti, però ho mantenuto il pettorale rosso di leader in supergigante ed è un grande orgoglio”.
Elena Curtoni: “Una gara difficile, con molti dossi e tanti movimenti di terreno che, non vedendoli, condiziona molto la discesa. Lara Gut-Beharmi ha fatto la differenza per atteggiamento, io non mi sentivo così bene mentre scendevo, ma evidentemente mi sono fidata più delle altre che sono scese prima di me”
Federica Brignone: ”Sicuramente la visibilità non è stata delle migliori e già prima della gara avevo predetto sarebbe stata una gara difficile. Non sono riuscita a fare quello che volevo e che dovevo fare ma ho fatto veramente fatica in fase di discesa. Anche partire davanti ci ha reso le condizioni più difficili, non potendo ben vedere cosa succedesse sulla pista rendendo tutto molto difficile nell’appoggiarsi e fidarsi”.