Salvati 29 afghani, in fuga per la colpa di essere sciatori (e sciatrici)
Una settimana fa sono atterrati all’aeroporto di Fiumicino 22 afghani in fuga dalla loro patria, e altri 7 sono stati invece trasportati in Francia. Qual era la loro colpa? Essere appassionati di sci. In pericolo maggiore erano ovviamente le donne del gruppo, che avevano la gravissima colpa di aver tentato di partecipare ai Giochi olimpici invernali.
Per fortuna sono stati salvati da un gruppo di amici guidati da Roberto Baratelli, imprenditore del Varesotto e appassionato di sci, che a ilfattoquotidiano.it ha detto: “Al momento sono a riposo con le loro famiglie dopo giorni traumatici”, e al quotidiano La Prealpina ha aggiunto: “Ma in quella fase potranno dichiarare di avere degli amici pronti a ospitarli a Buguggiate (Varese). Li aspettiamo qui tra qualche settimana: non vediamo l’ora di abbracciarli”. E infatti i componenti del gruppo viaggiano senza bagaglio, senza nulla e vanno incontro all’inverno, ma hanno espresso “eterna gratitudine agli amici italiani”.
L’amicizia con i ragazzi, ma soprattutto le ragazze, del gruppo, è nata un anno fa, quando Baratelli, amministratore delegato di Asset Italia, società che opera nel settore degli erogatori d’acqua, è andato a sciare sulle montagne del Bamiyan, la regione dove i talebani distrussero i Buddha nel 2001, e le ha incontrate: “Era una gioia vederle libere di sciare senza velo e di allenarsi insieme ai coetanei”. Ora invece “I talebani hanno già iniziato a picchiarle e a minacciarle solo per lo scambio di un sms”.
Baratelli si è quindi attivato col Ministero degli Esteri per metterle in salvo e la missione è stata portata a termine. Ora però per il gruppo servono indumenti, 6 letti, 15 sedie, 10 materassi e 10 cuscini per i ragazzi e le loro famiglie, tramite una raccolta fondi veicolata attraverso il “Bamyan Ski Club”. Inoltre bisogna ricongiungere due sorelle sciatrici con la loro famiglia che sta cercando di raggiungere Kabul: “Faremo di tutto per farle rimpatriare. La vendetta dei talebani per chi pratica sport non si limita alle ragazze e ai ragazzi, ma coinvolge le famiglie colpevoli di aver permesso la condotta immorale”.