La grande pagliacciata
Quando si autorizza lo svolgimento di una cosa, una cosa qualsiasi, per la quale tanta gente ci mette soldi ed energie e poi, a poche ore dall’inizio, la si blocca, significa fondamentalmente due cose: incapacità e mancanza di rispetto.
Sono quelle che hanno (ampiamente) dimostrato oggi il Cts e il ministro Speranza stoppando la riapertura dello sci prevista per domani lunedì 15 febbraio. Un dietro front che ha dell’incredibile e che non ha spiegazioni visto e considerato che il Cts (dal quale, ormai, dipendiamo in toto) solo una settimana fa si era espresso favorevolmente. A seguito di tale decisione i comprensori avevano lavorato giorno e notte per preparare piste e strutture seguendo i rigidi protocolli che proprio il Cts aveva voluto e approvato, avevano richiamato il personale necessario e, di conseguenza, tutta la filiera collegata si era messa in moto: hotel, ristoranti, rifugi, noleggi…
Poi, oggi pomeriggio, precisamente verso le 18, il colpo di scena. Lo sci deve restare al palo, ha tuonato Ricciardi, del Cts e il ministro Speranza, come sempre ha fatto, con un colpo di spugna ha castrato le speranza di migliaia di operatori dello sci e di appassionati ratificando un incredibile dietro front.
A questo punto non ci sono più parole, tranne ribadire quanto appena detto. La montagna non si merita un simile trattamento, non si merita questa totale mancanza di rispetto, questa totale non curanza delle conseguenze di una simile decisione. E l’evoluzione della pandemia, in questo caso, poco c’entra. Nessuno di noi, infatti, ha la presunzione di stabilire quanto lo sci possa incidere sui contagi. Ci mancherebbe altro. Però non è accettabile che a distanza di una settimana si dica tutto e il contrario di tutto e poche ore prima di partire si dica “abbiamo scherzato”, mettendo ulteriormente in ginocchio un comparto che, lo ricordiamo, fattura più di 10 miliardi l’anno e garantisce lo stipendio a circa 300.000 lavoratori. Questo non è tollerabile.
Ormai siamo fuori tempo massimo, è chiaro a tutti: quest’anno non si riapre. E quindi? Quindi servono soldi, tanti e subito: altrimenti per la montagna sarà un disastro. Vediamo se almeno in questo il nuovo Governo dimostrerà di essere diverso da quello precedente. Fare peggio sembra davvero difficile. Però se questo è l’inizio…
Luca Laudati