Dolomiti Superski: “A giorni avremo risposte dal Governo”
7 gennaio 2021: è partito il conto alla rovescia per l’apertura degli impianti di risalita ai turisti. Così è anche nel Dolomiti Superski. Abbiamo chiesto al Direttore marketing Marco Pappalardo di aggiornarci sulla situazione in vista della ripartenza.
A che punto siamo con il protocollo di sicurezza?
“Il protocollo elaborato dall’Anef è stato approvato dalla Conferenza delle Regioni, ma non è ancora finito nella mani del CTS e del Governo che però – e questa è notizia fresca – ha promesso di farlo entro pochi giorni”
Pensa che verrà approvato?
“Penso proprio di sì: queste regole mi auguro possano essere approvate perché sono rigide. Poi l’applicabilità sul campo è da testare”
Ci ricorda quindi le regole da seguire?
“Il protocollo ha tre regole base: capienza degli impianti di risalita ridotta, mascherine chirurgiche obbligatorie su tutti gli impianti e limitazione alla vendita dei giornalieri a seconda della situazione locale. Un punto, questo, su cui dobbiamo ancora capire bene come muoverci. Per quanto riguarda gli impianti è prevista la capienza al 50% di funivie e cabinovie, mentre al 100% per gli impianti all’aperto. Ricordo che in tutta l’area del Dolomiti Superski non esiste un impianto dove la permanenza a bordo arrivi o superi i 15 minuti, quindi, fermo restando che si sale con mascherina obbligatoria, non c’è pericolo. L’accesso all’impianto è invece un’altra criticità, che però è gestibile. Noi l’abbiamo già affrontato istituendo dei sistemi simili a quelli usati negli aeroporti: con segnaletica per il distanziamento, cordoni per regolare e orientare l’accesso e così via. Tornando poi alle regole generali, da ricordare sempre l’uso obbligatorio della mascherina, il distanziamento e il lavaggio delle mani”
Per quanto riguarda, invece, i rifugi sulle piste e gli alberghi?
“Per i rifugi valgono i protocolli in vigore per i servizi di gastronomia: massimo 4 persone per tavolo, servizio solo al tavolo, mascherina sempre indossata tranne quando si è seduti eccetera. Gli alberghi hanno un’altra situazione e altre regole di sicurezza, oltre a quelle generali, che sono comunque state già testate lungamente”
Vi aspettate gente dopo il 7 gennaio?
“Si, c’è tanta voglia di sci e abbiamo notato uno spostamento in avanti delle prenotazioni. Solitamente gli altri inverni a gennaio, dopo le feste natalizie, la presenza degli italiani era scarsa, invece quest’anno abbiamo già diverse richieste. E poi ci auspichiamo che il 7 gennaio si possa ripartire con le frontiere aperte, aspettiamo anche gli stranieri. Ovviamente sempre considerando l’emergenza sanitaria: la cosa più importante è che i numeri del contagio continuino a scendere»
Visto che si parte in ritardo e sempre che la situazione sanitaria lo permetta, avete pensato magari a una chiusura della stagione posticipata?
“È un’opzione che abbiamo preso in considerazione e che non scartiamo a priori. Ha nevicato tanto, c’è un bel fondo e le piste saranno perfette. C’è una situazione ideale per organizzare una stagione un po’ più lunga e recuperare qualcosa”.
Chiara Todesco