Il Governo Conte prosegue sulla linea dura. E l’Austria cambia idea
L’ultimo incontro delle Regioni col Governo per far aprire gli impianti e le piste da sci durante le vacanze natalizie si sarebbe concluso con un fallimento. L’esecutivo continua sulla linea dura: nessun allentamento delle restrizioni almeno fino al 15 gennaio e impianti aperti solo per gli agonisti, e questa data potrebbe anche essere posticipata se la curva dei contagi dovesse continuare a essere alta. Sembra quindi che la proposta delle Regioni di tenere aperti gli impianti solo a chi pernotta in albergo e per chi va ad alloggiare nella seconda casa non sia stata minimamente in considerazione.
Insomma, nel prossimo DPCM che entrerà in vigore venerdì 4 dicembre dovrebbero esserci coprifuoco alle 22 anche a Natale e Capodanno, bar e ristoranti chiusi alle 18, impianti di risalita, piscine e palestre chiuse. Dovrebbe essere negato anche lo spostamento tra le varie Regioni anche se in zona gialla, quindi niente trasferimenti nelle seconde case al di fuori della propria regione di residenza. Ciliegina avvelenata sulla torta, hotel probabilmente chiusi durante il periodo natalizio e quarantena obbligatoria per chi rientra dall’estero.
Intanto anche l’Austria, che fino a due giorni fa era la più scettica sulla chiusura degli impianti all’interno dell’Unione Europea, pare avere cambiato idea: domani infatti il cancelliere Sebastian Kurz dovrebbe annunciare la chiusura totale degli impianti per il periodo natalizio tranne che per i residenti, chiusi anche gli alberghi e i ristoranti. Tutto questo nel momento in cui il potentissimo presidente della federsci austriaca Peter Schroecksnadel ha scritto una durissima lettera, firmata col presidente dell’associazione scuole sci Richard Walter, in cui parla di campagna internazionale di demonizzazione degli sport invernali, in particolare dai paesi vicini. Ogni riferimento all’Italia è puramente intenzionale.