Italia: le incognite della preparazione estiva
Ora che si sono conclusi, per quanto riguarda il gruppo Elite femminile azzurro e le discesiste, gli allenamenti allo Stelvio, proviamo a fare il punto generale sulla preparazione delle principali squadre in vista della prossima stagione, in un momento nel quale regna ancora grande incertezza a causa dell’emergenza Coronavirus.
Come è noto, la prima nazione a tornare ad allenarsi sugli sci è stata l’Austria, che grazie ad accordi tra la propria federazione e il governo è riuscita a cominciare la preparazione sulle piste dei suoi ghiacciai già dai primi giorni di maggio. Un vantaggio non da poco rispetto a tutti gli altri. Ma si sa, in Austria lo sci è sport nazionale e la potente federazione detta legge. Poi ci sono stati i francesi, come Alexis Pinturault, che da metà del mese scorso hanno potuto riassaggiare la neve, anche se gli allenamenti collegiali sono ricominciati da pochi giorni. Lo stesso per le slovene, come Ilka Stuhec, Ana Bucik, e Meta Hrovat, che sono tornate sulla neve un mese fa sul versante del loro paese del Monte Canin, che segna il confine con l’Italia.
E gli svizzeri? Mistero assoluto riguardo alla loro preparazione, sia individuale sia collegiale: in questi mesi sui rossocrociati è trapelato poco o niente. Zero assoluto anche sui nordamericani. Del resto il Canada solo da pochi giorni ha ufficializzato le proprie squadre, l’unica eccezione è rappresentata da Mikaela Shiffrin, che da qualche giorno è tornata ad allenarsi dopo la conclusione anticipata della scorsa stagione, che per lei è stata ancora più anticipata a causa della morte del padre.
Invece Petra Vlhova, l’altra principale candidata insieme a Shiffrin a strappare la sfera di cristallo alla nostra Federica Brignone, ha riassaporato le sensazioni di stare sulla neve prima nel suo Paese, la Slovacchia, e poi in questi giorni sullo Stelvio, dove oltre a lei e ai gruppi azzurri c’era la squadra B tedesca; sul ghiacciaio, infine, è appena arrivata la squadra A della Germania.
E veniamo a quello che più ci interessa, e cioè all’Italia. Ieri si sono conclusi gli allenamenti allo Stelvio di Marta Bassino, Federica Brignone, Sofia Goggia e delle discesiste, venerdì scorso sono invece tornati a casa le slalomiste e i discesisti per far posto agli slalomgigantisti, che rimarranno a prepararsi fino al 24 giugno.
Purtroppo i nostri atleti sono stati tra gli ultimi a tornare sulla neve e questo ha sicuramente un peso rispetto, per esempio, agli austriaci, che hanno potuto mettere nelle gambe parecchi giorni di sci in più.
Per ora non c’è alcuna comunicazione ufficiale su come proseguirà la preparazione degli atleti e delle atlete di casa nostra, eccezion fatta per le slalomiste, che dovrebbero tornare allo Stelvio a fine mese per un’ulteriore sessione di allenamento. Per quanto riguarda gli altri, da ambienti federali è trapelato che la Fisi abbia prenotato a Zermatt, probabilmente da metà del mese di luglio. Lì i discesisti potranno affrontare piste un po’ più lunghe di quelle sulle quali si sono cimentati sul ghiacciaio italiano. Venendo alla situazione generale delle frontiere, la Svizzera le ha riaperte il 15 e l’Austria il 16, è chiaro quindi che, con il prosieguo della stagione estiva, si apriranno più possibilità di allenarsi anche all’estero, visto che la preparazione su neve invernale in Sudamerica è impensabile: nessuno infatti pensa di attraversare mezzo mondo in questo periodo, con tutte le incertezze del caso.
E’ chiaro che, da tutta questa situazione anomala, coloro che ne escono maggiormente penalizzati sono i discesisti, non solo italiani ma un po’ di tutta l’Europa, tranne ovviamente gli austriaci. Si presume, quindi, che le principali nazioni cercheranno di colmare il gap nelle prossime settimane. Come? Accaparrandosi per esempio una sede di allenamento idonea per la velocità, come la svizzera Saas-Fee. Chi ci riuscirà avrà un indubbio vantaggio.
Capiremo nei prossimi giorni i programmi della Fisi.
Foto: Instagram Christof Innerhofer