Dolomiti Superski: “Ecco come ci prepariamo al prossimo inverno”
130 società affiliate nelle 12 valli delle Dolomiti, con un territorio che spazia tra il Trentino, l’Alto Adige e il Veneto. Sono i numeri che danno l’idea di cosa sia Dolomiti Superski.
Abbiamo raggiunto telefonicamente il direttore marketing, Marco Pappalardo, per fare il punto su questo difficile momento e per cercare di capire come sarà la prossima stagione invernale.
«Siamo in una fase di grande incertezza e nessuno può dire con precisione cosa succederà nei prossimi mesi, anzi nelle prossime settimane. E’ notizia recente che l’Alto Adige vorrebbe riaprire impianti e quant’altro dal 25 di maggio, questo in virtù di una Legge provinciale che va in discussione proprio nei prossimi giorni. Una Legge che andrebbe a disciplinare, in autonomia, le varie realtà sul territorio, dai barbieri agli hotel e via dicendo. Certo, il 25 di maggio è molto presto, soprattutto quest’anno dopo un lungo periodo di lockdown perché, terminata la stagione invernale, occorre il tempo necessario a fare manutenzione. Nei prossimi giorni ne sapremo di più. Bisogna tener presente che gli impianti di risalita, in estate come in inverno, non sono un’entità a sé stante. Ha un senso farli girare se funziona tutto il resto della filiera, dai ristoranti agli hotel, ai bar. E’ su questo che dobbiamo lavorare».
Avete già idea di quali saranno le restrizioni per gli impianti, in particolar modo per quelli chiusi come cabinovie e funivie?
«Ci stiamo impegnando affinché tutto possa funzionare. Sarà però necessario che le istituzioni collaborino in modo che le restrizioni in qualche modo vengano tolte o attenuate, e non mi riferisco solo agli impianti. Di fatto non esiste ancora una regolamentazione che disciplina la specificità della materia. Rimangono i punti fermi del rispetto della distanza e dell’uso della mascherina. Per gli impianti chiusi dovremo capire nella pratica come funzioneranno i protocolli durante l’estate. In inverno, infatti, quando si sale in cabinovia o in funivia potrebbe bastare uno scaldacollo per coprire bocca e naso».
La stagione stava andando benissimo fino all’8 di marzo. In termini di fatturato come avete chiuso rispetto all’anno precedente?
«Non abbiamo ancora dati ufficiali. E’ troppo presto ed è inutile fare ipotesi».
A causa di questa emergenza sanitaria l’inverno prossimo il turismo straniero subirà un calo. Per Dolomiti Superski quanto incide in termini di passaggi e quali sono le nazioni più rappresentate?
«Gli italiani rappresentano circa il 50 per cento del totale, poi ci sono gli sciatori di lingua tedesca (Germania, Austria, Svizzera) che incidono per un altro 35 per cento. Il rimanente arriva dal resto del mondo. Adesso l’importante è far ripartire la macchina, poi si vedrà in base agli scenari che si apriranno. Se ad esempio si troverà un vaccino o una cura entro l’anno, tutto cambia. A livello di marketing ci concentreremo sui mercati vicini, quello interno e quello di lingua tedesca, che si spera possa riprendere a viaggiare a breve; vedo invece più difficile un ritorno già per l’inverno del turismo proveniente da lontano, da oltreoceano, quello subirà un calo. Comunque lo ripeto, adesso è importante far ripartire la macchina e accompagnare tale ripartenza con operazioni di marketing sull’immagine di Dolomiti Superski».
A proposito di immagine, 3 nuovi impianti verranno realizzati e saranno pronti per il prossimo inverno: la cabinovia di collegamento Cortina-Cinque Torri a Cortina d’Ampezzo, la cabinovia-design Olang in sostituzione dell’esistente impianto di arroccamento da Valdaora a Plan de Corones e il Helmjet Sexten da Sesto a Monte Elmo. Un segnale forte in un momento tanto delicato…
«Sì, è un segnale senza dubbio positivo. E non parliamo solo di questi 3 impianti. Abbiamo infatti aperti una quindicina di cantieri che, pur con qualche ritardo, stanno lavorando a pieno regime. Il collegamento di Cortina, in particolare, ricopre un notevole valore in vista dei Mondiali dell’anno prossimo e delle Olimpiadi del 2026».
Luca Laudati