Corrado Macciò: “Stiamo lavorando per la prossima stagione”
A pochi giorni dall’inizio della cosiddetta “Fase 2” abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Corrado Macciò, presidente Pool Sci Italia e country manager di Head, per cercare di capire che aria tira tra i negozianti e come potrà partire la prossima stagione.
In tempi normali quando si ordina l’invernale?
«Da noi si comincia con le riunioni agenti a dicembre, meeting a gennaio, poi Ispo e da fine febbraio a tutto il mese di maggio si vende la nuova collezione».
E quest’anno come è andata?
«Noi ci siamo mossi nei tempi usuali, magari un poco in anticipo grazie alle buone condizioni di mercato dovute all’ottima stagione fino al quel momento e devo dire che buona parte dei negozi sta rispondendo bene. Certo, c’è chi ha ordinato meno, però in linea generale il mercato sembra che stia tenendo. Più critica è la situazione dei noleggi. Loro vendono un servizio, non un bene e quindi preferiscono, in un momento del genere, non rischiare investimenti per il rinnovo del parco attrezzature».
La stagione era partita presto e molto bene ed era stata positiva fino agli inizi di marzo. In percentuale, quanto si è perso in quel buco temporale da marzo a metà aprile?
«Difficile da quantificare ora. Bisogna tenere presente una cosa. Senza questa emergenza sarebbe stata una stagione indimenticabile. Le abbondanti nevicate di marzo ci avrebbero permesso di tirare senza problemi fino a Pasqua. In ogni caso, si è lavorato benissimo fino alla chiusura e si sa che i giochi non si decidono certo a marzo e ad aprile. Quindi, se segno meno c’è stato rispetto all’anno passato, è probabilmente molto contenuto».
Tutti voi avete presentato a Ispo e in altre occasioni le novità 2020/2021. A fronte di quanto è accaduto ci sarà un cambio di strategia, magari posticipandone la vendita?
«No, assolutamente. Come detto la collezione era già partita e infatti è stata venduta. E’ una macchina che, anche volendo, non può essere arrestata. Magari ci saranno meno novità nella stagione 2021/2022, poiché lo sviluppo è fermo e perché non si possono fare test. Oltretutto la chiusura è coincisa con un momento cruciale, quando vengono programmati i collaudi e di conseguenza un certo ritardo sarà inevitabile. Ovviamente parlo per Head, ma credo che anche nelle altre aziende la situazione sia simile».
Soffrirà di più la vendita al privato oppure il noleggio?
«Qui serve fare un certo tipo di ragionamento, che si ricollega al cambio di mentalità. Pochi giorni fa parlavo con un responsabile di Mares, l’azienda del gruppo specializzata in attrezzature subacquee. Ebbene, questa persona mi raccontava che tutti loro si aspettano un incremento di vendita degli erogatori proprio perché la gente sarà più restia a mettere in bocca un oggetto che è stato adoperato da altri. E’ ovvio che dopo ogni utilizzo l’equipaggiamento viene sanificato, però la paura rimane. Lo stesso potrebbe avvenire nel mondo dello sci, ad esempio con caschi e scarponi. Più persone magari potrebbero preferire acquistare l’attrezzatura piuttosto che noleggiarla, come facevano in passato».
Ogni stazione sciistica dovrà riorganizzarsi per l’apertura di dicembre. Temi che qualcuna, magari le più piccole, rischino di non farcela?
«Difficile fare previsioni adesso. Credo che se ci saranno le condizioni si ripartirà tutti assieme, grandi e piccoli, ma i punti di domanda ci sono, inutile nasconderlo. Lo sci implica aggregazione di persone. Sugli impianti, in coda, nei bar, nei rifugi e diventa difficile mantenere le distanze. Vedremo cosa succederà nei prossimi mesi. Magari a ottobre il virus sarà solo un ricordo perché nel frattempo si saranno trovate contromisure adeguate».
Parliamo di Coppa del Mondo. Si prevede una diminuzione degli introiti per la prossima stagione. Credi che sarà possibile mantenere il calendario originale oppure salteranno delle tappe, magari le più dispendiose?
«Non penso che ci saranno stravolgimenti del calendario per il semplice fatto che ogni tappa si autofinanzia. Vedo invece più complicato l’organizzazione di quegli eventi che richiamano un folto pubblico».
Le attività del Pool rimarranno in calendario?
«Tra di noi ci sentiamo spesso, ma più che altro per commentare la situazione. Prove Libere Tour per adesso rimane in programma. Prima che scoppiasse questo problema eravamo in contatto con varie agenzia che ci trovassero 2 o 3 sponsor per coprire le spese. Tutto si è ovviamente fermato. Vedremo nelle prossime settimane cosa succederà e come muoverci di conseguenza».
Luca Laudati