50 anni fa il pokerissimo di Berchtesgaden: buon compleanno, Valanga Azzurra!
Lunedì 7 gennaio 1974. Berchtesgaden, località della Baviera nell’allora Germania Ovest. Gigante maschile di Coppa del Mondo. Una data, un luogo e una gara che riscriveranno completamente la storia dello sci italiano e mondiale.
Gustav Thoeni, alfiere della squadra azzurra, ha vinto le ultime tre Coppe del Mondo generali, e nella stagione precedente è esploso Piero Gros. Dietro questi due fuoriclasse cresce una nidiata di campioni atleticamente preparati alla grande, pieni di classe, ambizioni e tanto, tanto coraggio. Quell’inverno 1973-1974 è iniziato bene per i ragazzi diretti da Mario Cotelli, con due vittorie, ma non in maniera straordinaria anche perché la Francia a inizio stagione si autoghigliottina escludendo tutti i suoi migliori atleti per motivi disciplinari e così viene a mancare una delle squadre avversarie più forti degli azzurri. Helmut Schmalzl e Gros si piazzano comunque secondo e terzo alle spalle dell’austriaco Hansi Hinterseer nel gigante di Val d’Isère dell’8 dicembre.
Due giorni dopo, sulla pista Daille, oggi Oreiller-Killy, della località francese, trionfa il giovanissimo altoatesino di Vipiteno Herbert Plank. A Saalbach però, il 16 dicembre, gli austriaci monopolizzano i primi quattro posti del gigante di casa con Hubert Berchtold primo, Thomas Hauser secondo, Hinterseer terzo e Franz Klammer quarto. Gros, quinto, è il migliore del resto del mondo e il giorno dopo vince lo slalom di Vipiteno. Le cose vanno male nelle due discese di Zell am See e Schladming, sempre in Austria: il Wunderteam guidato dal leggendario Toni Sailer arriva a quattro vittorie stagionali su sei gare, mentre sulla Planai, a Schladming, si infortunano Roland Thoeni e Franco Bieler nello stesso punto dove cade anche Plank e che verrà soprannominato “la fossa degli italiani”.
Si arriva alla pausa natalizia con Gustav Thoeni che è ancora a quota zero punti. Il 5 e il 6 gennaio si svolgono a Garmisch-Partenkirchen lo slalom e la discesa valide anche per la combinata dell’Arlberg Kandahar, le due gare singole contano per la Coppa del Mondo, la combinata no. Il fuoriclasse di Trafoi dà segni di vita tra le porte strette piazzandosi secondo dietro al padrone di casa, il tedesco Christian Neureuther, mentre il giorno dell’Epifania, in discesa, Plank è terzo dietro all’allora re della specialità, lo svizzero Roland Collombin, e a Klammer, emergente come lui. La combinata vede un azzurro, Erwin Stricker, detto “cavallo pazzo”, al secondo posto dietro a David Zwilling, tanto per cambiare austriaco, mentre Plank è quarto.
È quindi il momento, il giorno dopo l’Epifania, del gigante di Berchtesgaden, prima del quale Klammer, trionfatore per la prima volta in carriera in discesa a Schladming, comanda la classifica generale di Coppa con 6 punti su Collombin e 19 su Hinterseer, Gros è distante 21 punti, Thoeni addirittura 51. La neve sul pendio bavarese non è durissima come piace agli azzurri ma è comunque adatta alle loro caratteristiche, al contrario degli austriaci, che vanno a nozze su neve molle come quella trovata a Saalbach, dove anche il meteo ha giocato un ruolo determinante.
Prima manche: Schmalzl, Thoeni e Gros scendono uno dietro l’altro col 9, il 10 e l’11 sul tracciato messo sul terreno dal loro allenatore, Oreste Peccedi. Schmalzl arriva al traguardo in testa con un centesimo su Hauser, Thoeni sopravanza il connazionale di 62 centesimi ma Gros infila una manche strepitosa rifilando 9 decimi a Gustav: provvisoria tripletta azzurra. 58”96 il tempo del piemontese: una manche al di sotto del minuto oggi era quasi normale ma allora era una rarità. Stricker col 14 si piazza undicesimo a 2”54. Hinterseer, forse l’avversario più pericoloso per gli azzurri nonché leader della classifica di specialità, finisce fuori.
Seconda manche: tracciatura del tecnico dei tedeschi Kuma Messmann, molto più angolata della prima e di conseguenza una decina di secondi più lenta. È Stricker a partire per primo e la sua gara è ottima, Gros però è in assoluto stato di grazia e rifila altri 29 centesimi al compagno di squadra, precedendolo complessivamente sul traguardo di 2”83. Thoeni riesce a rimanere per 6 decimi davanti a Stricker ma è a 2”23 da Piero, mentre Schmalzl gli finisce dietro: quarto a 3”48. Hauser, che a metà gara era alle spalle del trio Gros-Thoeni-Schmalzl, esce di scena.
Gli azzurri hanno così eguagliato il poker austriaco di Saalbach, ma non è ancora finita. Nella prima manche il valtellinese Tino Pietrogiovanna, il “colonnello”, si è piazzato quattordicesimo col numero 43. Nella seconda parte per ventesimo e si inventa a sua volta una gara capolavoro: terzo tempo parziale a 1”17 da Gros e nella classifica finale è quinto a 3”77. Cinque azzurri nei primi cinque posti, il primo del resto del mondo è il norvegese Erik Haker, sesto a 4”15. Mai nella storia della Coppa del Mondo maschile c’era stato un dominio simile!
Con questa vittoria Gros balza in testa alla classifica generale e a fine stagione sarà lui a portarsi a casa la sfera di cristallo davanti a Thoeni, che invece si prenderà la scena ai Mondiali di St. Moritz, vincendo l’oro in gigante, con Gros terzo e Schmalzl quarto, e in slalom con una rimonta capolavoro dopo che Gros era in testa a metà gara prima di uscire nella seconda manche. L’8 gennaio sempre a Berchtesgaden si disputa uno slalom che non è valido per la Coppa e che viene vinto da Thoeni davanti a Gros e al polacco Jan Bachleda, ma quarto è Fausto Radici e quinto Ilario Pegorari: un altro trionfo! Il 9 gennaio anche tra le donne l’Italia esulta grazie a Claudia Giordani, che vince il gigante di Les Gets, suo primo successo in Coppa del Mondo.
Una vera e propria valanga, quella azzurra, che travolge tutto e tutti, e infatti già l’8 gennaio, il giorno dopo il pokerissimo, il Corriere della Sera titola così un articolo a firma “p. c.”: “Una trionfale valanga azzurra sulle nevi di Coppa del mondo”. Tuttavia l’appellativo “Valanga Azzurra” diventerà patrimonio comune ed entrerà nel mito del nostro sport quando lo userà Massimo Di Marco sulla Gazzetta dello Sport subito dopo un altro trionfo pazzesco degli italiani: nel gigante di Morzine del 13 gennaio Gros vince, Thoeni è terzo, Stricker quarto e Schmalzl quinto. Unico intruso, Hinterseer, secondo. Lo stesso accadrà nel gigante di Adelboden del 21 gennaio: primo Thoeni, secondo Gros, quarto Stricker e quinto Schmalzl, con Hinterseer terzo. Insomma, un gennaio, quello di 50 anni fa, in cui gli azzurri, specialmente in gigante, furono dominatori totali.
Un dominio che, almeno per quanto ci riguarda, nell’arco di un solo mese non si è purtroppo mai più ripetuto, ma che fece diventare il termine “Valanga Azzurra” il sinonimo della squadra maschile di sci alpino in occasione di grandi performance collettive, come per esempio una tripletta sul podio o ripetute vittorie, come quelle che arrivarono nei due anni successivi, in particolare la quarta Coppa del Mondo di Thoeni con il leggendario parallelo vinto in finale sullo svedese Ingemar Stenmark nel 1975 e l’oro olimpico di Gros in slalom nel 1976: tanto durò il predominio dell’Italia maschile sul resto del mondo, prima che il suddetto Stenmark contribuisse in modo determinante allo scioglimento della Valanga. Allo stesso modo, pochi anni dopo, alla squadra femminile, grazie alle grandi prestazioni delle nostre slalomiste, verrà dato il soprannome di “Valanga Rosa”. Buon mezzo secolo di vita, unica e irripetibile Valanga Azzurra!
Foto: Massimo Sperotti