100 anni fa nasceva Zeno Colò
Oggi ricorre il centesimo anniversario della nascita di Zeno Colò, il più grande sciatore italiano dell’era precedente alla Coppa del Mondo, e l’Abetone, dove il fuoriclasse toscano è nato e cresciuto, festeggia in grande questa ricorrenza.
Il Comune di Abetone Cutigliano, provincia di Pistoia, istituito tre anni fa dalla fusione delle municipalità dei due centri principali, e la società Abetone Funivie, organizzando una serie di eventi, ai quali parteciperanno anche Alberto Tomba e il presidente della FISI Flavio Roda. Tra questi eventi ci saranno una mostra di articoli e fotografie riguardanti la straordinaria carriera di Zeno a Palazzo dei Capitani in Cutigliano, l’arrivo della corsa podistica Pistoia-Abetone a lui intitolata, l’emissione di un francobollo commemorativo, una messa sul Monte Gomito e un monologo in ricordo della sua figura presso la Scuola Norma Cosetto. A partire dalle 17 si potrà seguire la diretta web della parte celebrativa dell’evento, collegandosi al seguente link: https://youtu.be/28VurhE74jg
Zeno Colò nacque a Cutigliano il 30 giugno 1920 e, pur vincendo moltissimo, ha perso gli anni che sarebbero stati probabilmente i migliori della sua carriera a causa della seconda guerra mondiale, durante la quale scontò anche un periodo di prigionia. Cominciò a gareggiare a 14 anni ed entrò in nazionale a 15. Ma in pochi anni l’agonismo internazionale terminò e Colò dovette aspettare il 1947 prima di riprendere l’attività agonistica, stabilendo subito il record del mondo di velocità al Plateau Rosà di Cervinia, toccando i 159,291 km/h, primato che resterà imbattuto per 12 anni e che fu stabilito senza casco e con sci di legno ma in quel tentativo l’abetonese assunse la posizione a uovo da lui inventata e che fu poi perfezionata dal francese Jean Vuarnet.
L’anno successivo partecipò alle Olimpiadi di St. Moritz, alle quali si presentò come grande favorito della discesa, che allora, a differenza di oggi, si poteva davvero chiamare “discesa libera”, dato che le porte direzionali erano pochissime. All’intermedio era in testa davanti a colui che poi avrebbe vinto, il francese Henri Oreiller, ma rischiò troppo e cadde dovendo rimandare di quattro anni i suoi sogni d’oro a cinque cerchi. Dominò invece letteralmente i Mondiali di Aspen, in cui fu oro in discesa e in gigante, primo iridato della storia in questa specialità, argento in slalom. A Oslo 1952 portò all’Italia il primo oro olimpico nello sci alpino trionfando nella discesa, fu quarto in gigante e in slalom, rispettivamente a 3 e a 1 decimo dal bronzo, e vinse anche il titolo mondiale in combinata.
Fu l’apice della sua carriera, dopo il quale nel 1954 fu radiato dalle gare internazionali per professionismo, cioè per aver legato il suo nome a una giacca da sci di un’azienda italiana, venendo poi riabilitato nel 1989. Tornò quindi definitivamente all’Abetone, contribuendo allo sviluppo e alla crescita della stazione sciistica, ma fu anche apripista in discesa ai Mondiali di Are 1954 e tedoforo ai Giochi di Cortina 1956. Tra le altre sue vittorie, quella nella discesa e nello slalom della prima edizione della 3-Tre, allora manifestazione itinerante su varie nevi trentine; a Wengen vinse la discesa nel 1948 sul Lauberhorn e lo slalom nel 1949 e 1950, per quanto riguarda le gare dell’Arlberg-Kandahar, trionfò tre volte in discesa, a Muerren nel 1947, a St. Anton nel 1949 e a Sestriere nel 1951, in questi ultimi due anni si aggiudicò anche la combinata. Per finire, vinse 19 titoli italiani, 5 in discesa, 2 in gigante, 7 in slalom e 5 in combinata, aggiungendo anche 4 secondi e 2 terzi posti, il tutto in un periodo compreso tra il 1939 e il 1956. Si spense a San Marcello Pistoiese il 12 maggio 1993.
Foto: FISI Pentaphoto